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XV Domenica del tempo Ordinario anno A. I cieli narrano la gloria di Dio

Parabola del seminatore. Qui non è solo il Signore che parla, ma anche che commenta! Oggi l'omelia la fa Lui.

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Non abbiamo da chiederci cosa volesse dire con quella parabola, perché lo dice lui stesso chiaro e tondo, alla fine del brano. Noi abbiamo solo da chiudere gli occhi e contemplare la scena con gli occhi dello spirito. Bellissima scena in cui vediamo dapprima Gesù che esce di casa e va a sedersi in riva al mare, ma poi arriva tanta di quella gente che è costretto a salire su una barca, per almeno due motivi: per proteggersi dalla calca che gli fa ressa intorno, e per essere udito e visto da tutti, anche da quelli più lontani, perché ha intenzione di "parlare loro di molte cose". E inizia con una parabola: "Il seminatore uscì a seminare"… Se non abbiamo da chiederci cosa vuole dire, perché alla fine lo spiega lui stesso, dobbiamo però chiederci a quale di quei tre terreni apparteniamo noi: quello arido, quello sassoso o quello fertile? La sua parola, che fine fa dopo che è stata seminata nel nostro cuore? Viene divorata dagli uccelli, soffocata dalle spine, oppure germoglia e cresce? Il Vangelo di oggi ci invita dunque a leggere nel nostro cuore, più che leggere ciò che è scritto fuori, per vedere ciò che c'è da raddrizzare.
Vorrei invece soffermarmi sulla lettera ai Romani di san Paolo. "La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio (…) e nutre la speranza di essere liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio".
La creazione è già una rivelazione di Dio, della sua opera ad extra (al di fuori). Sappiamo che in Dio ci sono due opere: quella ad intra (la circolazione di amore trinitario che avviene all'interno delle Tre Persone) e quella ad extra che è appunto la creazione: Essa manifesta all'esterno la straordinaria potenza creatrice che Dio ha in se stesso. Osservando e investigando le leggi precisissime che reggono questo complesso e sterminato universo in cui ci muoviamo e siamo, scopriamo le impronte del Creatore. La creazione è un meccanismo perfetto, non solo in se stesso, ma è fatta per accogliere l'uomo. Abbiamo già illustrato altre volte il concetto del Principio Antropico elaborato da illustri scienziati che sostengono che tutto è stato fatto in vista dell'uomo. Il creato è fatto su misura per l'uomo. La natura è munita di tutti gli elementi chimici e biologici che gli consentono di vivere su questo pianeta Terra che è parte integrante dell'intero universo. Quindi la natura non è solo un meccanismo perfetto, fatto per accogliere l'uomo, ma anche per ricordargli che questo straordinario meccanismo, è stato creato apposta per noi dal Padre nostro che è nei cieli.
E pensare che la cultura moderna pretende di poter fare a meno di Dio, l'era tecnologica attribuisce ogni potere all'uomo; Dio non è più necessario. Questo è perdere non il senso della fede, ma addirittura il senso della realtà! Infatti la realtà è che per secoli infiniti, l'uomo non esisteva. Esisteva solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. E fu allora che Dio creò lo sterminato Universo, le galassie, il Sole, le stelle, senza che l'uomo gli facesse neppure da assistente. E malgrado ciò, l'uomo si crede il re dell'universo.
Dobbiamo reimparare a prendere le misure: cosa sono due milioni di anni (tempo a cui risale l'apparizione dell'uomo sulla Terra) rispetto ai 20 miliardi di anni-luce dell'Universo? Cosa sono le distanze che percorre l'uomo rispetto alla distanza Sole-Terra ossia 150 milioni di Km che sono poi solo 8 minuti - luce? Cos'è la velocità degli apparecchi umani - Concorde o missili che siano- rispetto alla velocità orbitale della Terra che gira a 30 km. al secondo = 1800 al minuto, il Sole a 200 Km. al secondo e la galassia a centinaia di Km. al secondo? E cosa sono le velocità dei satelliti artificiali rispetto a quella della luce che in un secondo percorre la distanza Terra- Luna? Cosa fa l'uomo con tutta la sua scienza se non scoprire ciò che Dio ha creato senza di lui?
La corruzione più pericolosa di cui l'uomo soffre oggi è probabilmente quella dell'intelligenza che crede di potersi sostituire al Creatore.

Wilma Chasseur

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