Il samaritano salvato ha qualcosa in più dei nove guariti. Non si accontenta del dono, lui cerca il Donatore, ha intuito che il segreto della vita non sta nella guarigione, ma nel Guaritore
“Signore, aumenta la nostra fede”. Accresci, aggiungi fede. È così poca! Ne basta poca di fede, anzi pochissima, meno di un granello di senape
Si tratta di prendere, come Gesù, il punto di vista dei poveri, di «scegliere sempre l'umano contro il disumano»
Gesù condensa la parabola in un detto finale: «Fatevi degli amici con la ricchezza», la più umana delle soluzioni, la più consolante
Il padre della parabola è immagine di un Dio scandalosamente buono, che preferisce la felicità dei suoi figli alla loro fedeltà
Il discepolo è colui che sulla bellezza dei suoi amori stende una più grande bellezza. E il risultato non è una sottrazione ma un potenziamento, non una esclusione ma una aggiunta
Vai a metterti all'ultimo posto, ma non per umiltà o modestia, non per spirito di sacrificio, ma perché è il posto di Dio, che «comincia sempre dagli ultimi della fila»
Con la “parabola” di oggi, Gesù aggiunge un altro capitolo al suo racconto della salvezza, parla di una porta, di una casa sonante di festa
Il Magnificat, che la Chiesa proclama ogni giorno nei vespri, è l'esultanza della vergine, ma anche la nostra esultanza: “ha guardato l'umiltà della sua serva”, la sua povertà. Maria non ci è presentata come una semidea, una privilegiata: è una di noi, vera nostra sorella, prima dei discepoli del Signore, la sua compagna più generosa e la serva più fedele, che riflette in se stessa quei doni che anche a noi sono fatti
Il Dio biblico non porta la falsa pace della neutralità o dell'inerzia, ma «ascolta il gemito» e prende posizione contro i faraoni di sempre