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Falabretti: «L’oratorio costruisce la città attraverso una nuova umanità»

Si è concluso a Molfetta l’Happening degli Oratori, giunto alla sua terza edizione, che rappresenta il periodico incontro degli animatori degli oratori italiani per alcuni giorni di vita comunitaria. Il commento di Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei: «Quando la società non ha più il tempo di prendersi cura dei piccoli, lo fate voi in un servizio gratuito che offre relazioni. Questo fa la comunità e ciò non ha prezzo»

«Fare comunità in un mondo complesso come il nostro significa realizzare una azione seria di politica, significa occuparsi della città,  della vita di tutti. L’oratorio è parte della costruzione della città». Questo l’invito appassionato di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI ai partecipanti alla 3° edizione dell’Happening degli Oratori, conclusosi oggi a Molfetta. «Anche voi realizzate tutto questo ogni giorno in oratorio: quando la società non ha più il tempo di prendersi cura dei piccoli,  lo fate voi in un servizio gratuito che offre relazioni. Questo fa la comunità e ciò non ha prezzo. Quando fate oratorio, state provando insieme a mostrare che è possibile una umanità nuova,  diversa,  che si prende per mano,  che si incontra. La custodia,  le relazioni,  il servizio costruiscono  la città. La Chiesa ha  sempre realizzato esercizi di politica, altissimi,  bellissimi: voi imparerete a farlo con il cuore,  scoprirete che state costruendo la città e  voi stessi in un modo nuovo e sempre diverso».      

«Gesù è novità continua,  continuamente nuovo,  perennemente nuovo,  non sopporta il vecchio che domanda il continuo rinnovamento alla Chiesa,  ai nostri oratori» ha esortato nella sua omelia della S. Messa conclusiva Mons. Leonardo D’Ascenzo, vescovo della diocesi di Trani Barletta Bisceglie, delegato per il Servizio Regionale per la Pastorale Giovanile  in Puglia. «La sua novità non può essere appicciata come panno nuovo su panno vecchio,  ha bisogno di rinnovamento,  dobbiamo chiederlo nella preghiera. Il Signore ci  aiuti a saper essere capaci di rinnovamento per corrispondere alla sua proposta sempre nuova”.

La tre giorni a Molfetta ha mostrato chiaramente tutta la vitalità del mondo dell’oratorio arricchito dalla freschezza di animatori adolescenti pronti a spendere le loro migliori energie per accompagnare i più piccoli, da educatori appassionati che costruiscono sapientemente percorsi e progetti che parlino il linguaggio dei giovani senza dimenticare l’essenzialità e la concretezza del Vangelo, da sacerdoti e religiosi che sanno mettere a frutto i personali carismi e capacità per spezzare il pane della fede e dell’impegno che giunge nella vita delle persone, da uffici di pastorale giovanile,  coordinamenti ed associazioni a servizio delle comunità e dei territori di appartenenza che utilizzano le loro migliori forze per invitare tutti ad un lavoro di sinergia che porti frutti duraturi per la Chiesa italiana. Gli animatori a Molfetta hanno vissuto giornate intense, fra momenti di formazione, di preghiera e di confronto, ma soprattutto intessendo relazioni e storie che consentono di beneficiare gli uni della ricchezza degli altri. Il tema Facciamo fuori l’oratorio. Oratori in uscita ha mostrato tutta la sua attualità spingendo le comunità a trovare modi sempre nuovi per affacciarsi fuori dai cancelli dei cortili delle parrocchie ed incontrare tutti i giovani e le loro realtà di vita. Un andare fuori che non dimentica quello che gli oratori rappresentano per le comunità ecclesiali e per l’intera Chiesa italiana, la casa dove tornare e dove ritrovarsi per andare ancora verso un fuori che è sicuramente sempre più complesso, ma che rappresenta una sfida raccolta con coraggio dagli oltre 250 mila animatori che si dedicano con passione all’evangelizzazione dei più piccoli negli oltre 8000 oratori che arricchiscono le diocesi italiane. A conclusione dell’esperienza di Molfetta è stata realizzata una video lettera indirizzata a tutti i giovani italiani, alle comunità ed ai Vescovi con le speranze e le attese per un percorso che porti tutti “fino in cima”.

«La fatica organizzativa di questi giorni – sottolinea don Davide Abascià, incaricato regionale della Pastorale Giovanile della Puglia – è stata di gran lunga ricompensata dal clima di relazione che si è respirato in queste tre giornate. La cosa più bella è che da nord a sud ci si ritrova su linee educative che fanno venir fuori l’oratorio nella sua essenzialità, nella sua concretezza, nella sua provocazione evangelica. La condivisione e la preghiera vissute in questi giorni, anche seduti uno accanto all’altro su un prato, ci hanno permesso di sentirci in comunione rispetto alla missione educativa che ciascuno di noi ha, ognuno nel suo, ognuno dove egli è nonostante le fatiche. L’oratorio in uscita non è uno slogan, ma è la promessa dello Spirito che ci educa a non chiuderci nei nostri schemi,  nelle nostre strutture mentali più che fisiche. Ascoltare – uscire - osare: facciamo sì che questo trittico possa diventare un progetto per le nostre realtà di oratorio in maniera diversa, con forme diverse, con persone diverse ma con una unica passione per il Regno».

«L’oratorio diventa subito oratorio quando si raduna», commenta don Riccardo Pascolini, segretario del Forum degli Oratori Italiani. «Questo tempo dove le diverse realtà italiane si sono incontrate, ci fa fare sempre esperienza di una comunione generativa e contagiosa. Ritorniamo  verso casa con il desiderio di uscire per incontrare e per annunciare che c’è il vino buono. Torniamo arricchiti dall’essere Chiesa cogliendo le sollecitazioni per lavorare con concretezza nelle nostre comunità, per alzare il livello delle nostre realtà. Il tema dell’osare sia il ritmo della pastorale dei nostri oratori che la Chiesa italiana ha come punta di diamante per vivere per i giovani e con i giovani».

© www.famigliacristiana.it, sabato 7 settembre 2019

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