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Il Papa ai terremotati: vi sono vicino

La visita in Emilia

C_2_articolo_1050562_imagepp.jpgOre 11.10 "Fin dai primi giorni" "sono stato sempre vicino a voi con la preghiera e con l'interessamento. Ma quando ho visto che la prova era diventata più dura"  ho sentito "più forte il bisogno di venire di persona in mezzo a voi". Lo ha detto il Papa a Rovereto di Novi da dove ha "abbracciato idealmente" i colpiti dal sisma. Benedetto XVI ha ricordato tutti quanti hanno subito "danni dal sisma, specialmente le famiglie e le comunità che piangono i defunti". "Ho sentito il bisogno di venire, - ha sottolineato Benedetto XVI - seppure per un breve momento, in mezzo a voi. Anche quando sono stato a Milano, all'inizio di questo mese, per l'Incontro Mondiale delle Famiglie, - ha raccontato - avrei voluto passare a visitarvi, e il mio pensiero andava spesso a voi; sapevo infatti che, oltre a patire le conseguenze materiali, eravate messi alla prova nell'animo, per il protrarsi delle scosse, anche forti; come pure dalla perdita di alcuni edifici simbolici dei vostri paesi, e tra questi in modo particolare di tante chiese". 

Papa Ratzinger ha quindi ricordato che proprio a Rovereto di Novi, nel crollo della chiesa, ha perso la vita don Ivan Martini. "Rendendo omaggio alla sua memoria, - ha commentato Benedetto XVI - rivolgo un particolare saluto a voi, cari sacerdoti, e a tutti i confratelli, che state dimostrando, come già è avvenuto in altre ore difficili della storia di queste terre, il vostro amore generoso per il popolo di Dio".

Il Papa ha presente la "paura che inevitabilmente si prova" subendo il terremoto e quanto questa sensazione possa "imprimersi più profondamente se il fenomeno si prolunga". E ai terremotati cita il Salmo 46, che usa anche l'immagine del terremoto: "non temiamo se trema la terra" e che invita a non aver timore e trovare forza in Dio. Così suggerisce alle popolazioni colpite dal sisma di trovare forza nella fede, e in Dio, "roccia" che dà "speranza e sicurezza". La fede può aiutare anche a ricostruire. 

Come nel dopoguerra l'Italia è stata ricostruita certo "con aiuti ricevuti", ma anche grazie alla "fede di tanta gente" e a valori e "solidarietà" di tanti, così oggi, il Papa invita queste genti, "che  tutti gli italiani stimano umanità e socievolezza, laboriosità unita alla giovialità" e che sono messe "a dura prova" a restare fedeli alla propria storia, cultura e vocazione "di gente fraterna e solidale", sa "respingendo le tentazioni che purtroppo sono connesse a questi momenti di debolezza e di bisogno". 

Il Papa da Rovereto di Novi ha voluto "lanciare un forte appello alle istituzioni, a ogni cittadino ad essere, pur nelle difficoltà del momento, come il buon samaritano del Vangelo che non passa indifferente davanti a chi è nel bisogno, ma, con amore, si china, soccorre, rimane accanto". E anche la "Chiesa vi è vicina", ha detto.
"Da questo luogo - ha affermato Benedetto XVI -  vorrei lanciare un forte appello alle istituzioni, ad ogni cittadino ad essere, pur nelle difficoltà del momento, come il buon samaritano del Vangelo che non passa indifferente davanti a chi è nel bisogno, ma, con amore, si china, soccorre, rimane accanto, facendosi carico fino in fondo delle necessità dell'altro". "La Chiesa - ha assicurato - vi è vicina e vi sarà vicina con la sua preghiera e con l'aiuto concreto delle sue organizzazioni, in particolare della Caritas, che si impegnerà anche nella ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie".

Ore 11 Davanti alla chiesa di Santa Caterina, il Papa si è intrattenuto con Salvatore Catozzi, il fratello adottivo di don Ivan Martini, il sacerdote morto per salvare la statua della Madonna. Il Papa ha parlato anche con due parrocchiane, Rosanna Cassini e Milva Marri.

ORE 10.50. Il Papa è arrivato nella "zona rossa" di Rovereto Novi e si soffermato a pregare davanti alla chiesa di Santa Caterina di Alessandria.  Benedetto XVI è giunto a bordo di un pulmino della Protezione Civile. Ha salutato alcuni abitanti, scambiando con loro brevi parole. Poi è salito su un grande fuoristrada aperto della Protezione Civile per andare verso l'area dei campi sportivi dove si svolgerà l'incontro con la popolazione. Il Papa è accompagnato dal suo segretario mons. Georg Gaenswein e dal capo della protezione civile Franco Gabrielli.

ORE 10.30
L'elicottero del Papa è atterrato intorno alle 10.30 Campo sportivo di San Marino di Carpi (Modena). Alcuni ragazzi sono venuti a salutarlo ai piedi dalla scaletta dell'elicottero. Poi, a bordo di un pulmino della Protezione civile, è giunto a Rovereto, dove secondo le stime della Protezione civile, ci sono circa 2.500 persone in attesa. Tra queste, circa 60 sarebbero autorità. Tra gli altri c'è anche il ministro del Turismo Piero Gnudi.

IL CARDINALE CAFFARRA E L'ARCIVESCOVO LANFRANCHI
"La visita di oggi del Santo Padre ha il significato di dire 'continuate ad avere fede e riprendete le vostre vite e le vostre attivita"". Parole dell'arcivescovo di Bologna, cardinale Carlo Caffarra, pronunciate oggi a Rovereto sulla Secchia, dove è atteso Papa Benedetto XVI. "È una visita breve, ma molto significativa", ha aggiunto l'arcivescovo di Modena, Antonio Lanfranchi.

L'ABBRACCIO DEL PAPA AI TERREMOTATI
Non ci sarà un palco, non ci saranno i ragazzi della parrocchia a cantare, in piazzetta Umberto Bisi non ci sarà proprio nessuno perché le scosse hanno fatto scappare via tutti. Sbarrato il forno, abbandonata la locanda del Pescatore, il cinema è sventrato in più punti. Benedetto XVI si troverà di fronte una piazza silenziosa e torrida alle dieci del mattino, com’è l’Emilia d’estate anche senza il terremoto. Il Papa si fermerà giusto il tempo di una preghiera davanti alla chiesa di Santa Caterina d’Alessandria. La prima tappa della sua visita nelle terre del sisma sarà infatti la parrocchia di don Ivan Martini, il prete ucciso da un crollo, mentre cercava di portare in salvo una madonnina. Lui parlerà al Papa da una gigantografia che lo riprende con il solito sguardo duro, quello di un prete convinto che il suo compito fosse di rincorrere le anime più inquiete: i ragazzi post cresima, per i quali aveva creato un piccolo oratorio, i detenuti del Sant’Anna di Modena che visitava ogni settimana e soprattutto i malati. «Nudo sono venuto al mondo e nudo ne uscirò, il Signore dà e il Signore toglie, il Signore sia benedetto»: sarà questo il saluto della frazione di Novi di Modena al Papa che viene a rincuorare i terremotati emiliani.

Il pontefice ha voluto espressamente incontrare la gente, malgrado il caldo e l’urbanistica del paesino, un reticolo di viuzze dove si sono accampati tutti, quelli che una casa non ce l’hanno più e quelli che ce l’hanno ma preferiscono aspettare ancora un po’ prima di tornarci. Tende e camper? Resteranno al loro posto, lungo il percorso che il Santo Padre percorrerà su un’automobile scoperta. Dopo essere atterrato alle 10,15 in elicottero al campo sportivo di San Marino di Carpi, Benedetto XVI, accompagnato dal capo della protezione civile Franco Gabrielli, raggiungerà la chiesa di Santa Caterina, poi, attraverso via Mazzini e via Barbieri, gremite di gente, arriverà in via della Chiesa, dove è previsto l’incontro con le autorità e con i rappresentanti dei volontari che si sono spesi in questo mese per alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite dal sisma.
Il Santo Padre, che per la seconda volta visita una popolazione terremotata (la prima fu il 28 aprile 2009 in Abruzzo) ha sottolineato all’Angelus che questo incontro dovrà essere anche il «segno della solidarietà di tutta la Chiesa» e ha voluto per questo un programma che, per quanto possibile, facesse cadere ogni barriera e ogni lontananza con gli sfollati e con i volontari. «Tante tendopoli sono sorte solo grazie all’impegno di associazioni e privati, non lo dimentichiamo – ha detto ieri il vescovo di Carpi Francesco Cavina –. Centinaia di persone che hanno operato nel silenzio ma con grande competenza, dando un bel segno della disponibilità ad aiutare e ad aiutarsi che è tipicamente italiana e anche emiliana».

Oltre a quello delle autorità civili e religiose (sul palco ci saranno anche il cardinale Carlo Caffarra e il presidente della regione Vasco Errani), il Papa riceverà il saluto di cinque famiglie di sfollati e dei rappresentanti dei sindaci, dei parroci, delle associazioni di volontariato, dei medici, delle forze dell’ordine; in tutto una cinquantina. Ma soprattutto, sarà letteralmente “abbracciato” dai terremotati che riempiranno le vie del paesino e gli faranno sentire tutto il loro affetto. Come Marisa Malaguti, che ha piantato la sua tenda nei giardinetti di via Chiesa e si trova ad avere un posto in prima fila, alle spalle del palco papale: «Fa piangere pensare che il Papa venga a Rovereto – ci ha detto ieri –, un paese di quattromila anime. Dopo una batosta così, però, noi abbiamo davvero bisogno della sua benedizione, che ci faccia sentire amati».

 

Paolo Viana
 
© Avvenire, 26 giugno 2012
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