L’Oratorio: luogo della passione
Quale festa? Festa dell’uomo nella sua totalità e festa della passione educativa di ciascuno e della comunità dove vive: fedeltà all’Incarnazione, in Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, Dio assume la vita umana come veicolo della sua presenza; centralità della persona in tutti suoi aspetti, la persona è valore fondamentale. L’Oratorio vive in questi ultimi anni attorno a sé un interesse fortissimo, ma non misura la riuscita educativa delle sue iniziative in base alla consistenza della massa che riesce ad aggregare bensì è aperto a tutto l’uomo, è aperto alla vita.
Alla luce di quanto detto l’Oratorio è innanzitutto luogo della relazione autentica, proprio ciò che oggi spesso è falsato dal modo di comunicarsi la vita e le esperienze. Dice mons. Domenico Pompili, sottosegretario CEI: «dietro la ripresa di interesse intorno agli oratori si intuisce che c’è non semplicemente un’emergenza, ma la sfida di sempre, che è quella di offrire un contesto che sia promettente per la relazione interpersonale, in una stagione a forte impatto digitale e quindi debilitata sotto il profilo della fisicità. Un territorio fisico che, insieme alla casa e al quartiere, sia un luogo di radicamento, a partire dal quale proiettarsi in un mondo più ampio senza perdere il senso del legame, delle radici, della gratitudine, e dunque senza dissolvere l’identità». Tuttavia la relazione si qualifica anche come relazione alla ricerca della passione educativa, quella stessa dei grandi maestri dell’educazione e che è presente in ogni uomo, affinché si possa rispondere con sempre maggiore verità alla “vocazione educativa” oratoriana.
La presenza della Chiesa nel campo educativo deve qualificarsi come attenta alle risorse dei ragazzi; non a caso il titolo “Il laboratorio dei talenti” che i Vescovi italiani hanno dato alla Nota Pastorale della CEI sul valore e la missione degli Oratori va in questa direzione, il n° 6 della Nota infatti sottolinea: “La Chiesa per sua natura è chiamata ad evangelizzare con quello slancio missionario che le permette di essere prossima ad ogni persona, perché il Vangelo sia annunziato a tutte le creature. È all’interno della prossimità, spazio indicato da Gesù per vivere il comandamento dell’amore, che si svolge l’attività educativa oratoriale, attenta alle fragilità e alle povertà dei ragazzi di ogni tempo, ma anche capace di svilupparne le risorse e le potenzialità per una vera promozione della persona.”
Educare … E’ un cammino spesso faticoso, ma che porta a sorprese meravigliose se vissuto con impegno, amore e gioia.
Ogni educatore sa che nelle ragazze e ragazzi che gli sono affidati, il desiderio di poter vivere bene e fare il bene è una risorsa da portare alla luce, da evidenziare. Solo la fiducia nel bene e la speranza che lo sforzo dell’educare potrà avere esito positivo, potrà dare il coraggio di educare in qualsiasi circostanza, affrontando tutte le difficoltà che si insidiano in questo percorso educativo. San Giovanni Bosco diceva: “L’educatore è un individuo consacrato al bene dei suoi allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine che è la civile, morale, scientifica educazione dei suoi allievi (Sistema Preventivo)”. Quindi la centralità della fede e della fede cristiana si vedrà non dalle parole ma dal sacrificio che educare comporta.
Un’altra grande responsabilità della Chiesa è quella di rendere consapevoli i nostri ragazzi e giovani che “la vera felicità consiste nel far felici gli altri” (Baden Powell – educatore e fondatore dello Scoutismo), donando la propria vita per chi è vicino o lontano e ha bisogno di un gesto che arrivi al cuore e faccia scoprire l’amore.
La comunità cristiana allora non si ferma alla sola capacità di accogliere tutti ma di ‘conoscere’ tutti per renderli felici in Cristo Gesù; viene ancora in aiuto don Bosco: “La prima felicità di ogni ragazzo è sapere di essere amato”.
Dopo il “Manifesto Educativo dello Sport” condiviso dalla CEI e dalle maggiori sigle associative operanti in Italia (A.N.S.P.I., C.S.I. etc.), la Chiesa Italiana pone una pietra miliare nel campo degli Oratori attraverso la redazione della Nota Pastorale “Il Laboratorio dei Talenti” sul valore e la missione degli Oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo; impegno della nostra Chiesa locale sarà quello di conoscerla ed approfondirla giungendo ad una più matura progettazione del cammino diocesano di crescita e formazione dello stile oratoriano. Tale cammino è allo stato iniziale e si sviluppa attorno alla forte ‘voglia di oratorio’ emersa negli ultimi tempi anche nella nostra Diocesi; la creazione di una Consulta è il primo passo utile verso una visione condivisa dell’Oratorio e per gli Oratori presenti in Diocesi.
Nella nostra Comunità Diocesana, inoltre, è particolarmente viva l’A.N.S.P.I. nata per supportare gli Oratori con circa 24 oratori affiliati e un servizio formativo offerto a tutti; la recente celebrazione del suo 50° anniversario di fondazione ad opera del sacerdote bresciano mons. Giovanni Battista Belloli vede quasi contemporaneamente la rielezione del nostro don Vito Campanelli come Presidente nazionale: un dono per la nostra Chiesa ma anche un compito sul fronte del cammino degli Oratori. Essenziale la collaborazione di tutti. Eloquente la richiesta rivolta da don Vito al nostro Papa Francesco: «Santità le diciamo grazie e chiediamo la sua benedizione su tutte le nostre comunità affinché la passione educativa sia sempre alimentata dallo Spirito Santo e affinché possano nascere sempre tante vocazioni disponibili a donare il proprio tempo nella gratuità e nel dono generoso di se stessi».
Dimenticavo… Buona estate a tutti !!!
Vice – direttore Ufficio Tempo libero, Turismo e Sport