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La Comunicazione a raccolta: “No manipolazioni”

Forum Bambini e Mass Media. Appuntamento giovedì 29 ottobre nell'Auditorium della Fondazione Giovanni Paolo II. Comunicare bellezza ai piccoli

“I bambini non devono vedere la Tv, ancor meno i telegiornali”. Mi disse questa frase un collega giornalista, tra i più affermati, in risposta alle mie condivisione con le riflessioni di Kark Popper, pubblicate dal filosofo liberista austriaco poco prima che morisse nel saggio “Cattiva maestra televisione”.  Eravamo nel 1994, e da allora molta acqua è passata sotto i ponti, ad esempio la Carta di Treviso. Sono però ancora moltissimi coloro che ritengono, per il diritto di libertà di opinione, di poter e “dover” dire tutto a prescindere dall’effetto che si provoca con le parole, e con le immagini soprattutto.

Ma che democrazia sarebbe se vietassimo ai bambini di stare nel mondo? Può forse la libertà e il diritto di alcuni affermarsi sopra la libertà e il diritto di altri? E’ questa una questione che può essere affrontata con principi etici, non certo solo con burocratiche regole deontologiche, che diventano uno scudo alla propria coscienza di cittadini ed anche di comunicatori.

I bambini sono spugne che assorbono ogni cosa che li circonda. Hanno bisogno di scoprire il mondo, di comprendere il perché delle cose, di dare un senso ad avvenimenti, parole, pensieri ed azioni.

Persino i più piccoli non c’è bisogno che siano spettatori coscienti della tv e dei telegiornali per esserne contagiati e contaminati nella loro conoscenza e nei linguaggi. E’ sufficiente che osservino le reazioni degli adulti che sono vicini, il loro punto di riferimento, la loro bussola. Ascoltino i loro commenti. E’ di qui che la formazione culturale del bambino prende una strada oppure un’altra.

E non sfuggono da questa responsabilità i giornali, la radio, il web, che hanno adeguato il loro linguaggio alla “faciloneria” dell’audience televisivo. Giusto per non essere da meno. Una superficialità dominante che occupa lo spazio della profondità e della sapienza.

I giornalisti e tutti i comunicatori del nostro inflazionato mondo cross-mediale devono assumersi la responsabilità delle parole che scelgono, delle immagini che abbinano e propongono, del tono che usano. E’ questa la loro libertà. Assolutamente rispettosa della libertà dei bambini e di tutte le persone. Una libertà senza regole etiche è una falsa libertà, ipocrita e virale soprattutto verso i bambini.

Sì, perché i bambini sono persone, e hanno gli stessi diritti di tutte le persone. Proviamo a confrontarci con loro per imparare a confrontarci con ogni persona. Proviamo a dare il rispetto che si deve ai bambini, così come ad ogni persona. Non dovendo pensare che gli adulti “sono vaccinati” e possono sentire e vedere di tutto.

Non è semplicemente una questione di stile o di uso dei linguaggi, è una questione etica che vede nella massa, a cui pur i mezzi di comunicazione si rivolgono, ogni singola persona che ascolta e vede, a cui abbiamo il dovere di rivolgerci con rispetto così come se l’avessimo davanti e l’incontrassimo per la prima volta.

E’ questo il sogno del Forum Bambini e Mass Media. Un sogno da coltivare tutti insieme, non tra addetti ai lavori, ma tra genitori, nonni, zii e figli e nipoti, pronti a scoprire in profondità il senso vero della comunicazione, ovvero il senso della relazione umana, che nessuna inebetita corsa all’audience può dare.

Enzo Quarto

Presidente UCSI Puglia

e portavoce del Forum Bambini e Mass Media

© "EPolis" Bari, 22 ottobre 2015

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