
Leone XIV: il presepe, un dono di luce per il mondo che ha bisogno di sperare
Il presepe è “l’usanza di raffigurare nei modi più diversi la Natività del Signore”, una rappresentazione “spesso con i tratti della propria cultura e con i paesaggi della propria terra” del “Mistero dell’Incarnazione”. Ciò lo rende “un segno importante: ci ricorda che siamo parte di una meravigliosa avventura di Salvezza in cui non siamo mai soli”.
Diffondete questo messaggio e mantenete viva questa tradizione. Sono un dono di luce per il nostro mondo che ha tanto bisogno di poter continuare a sperare.
È l'auspicio col quale Leone XIV accompagna il suo saluto ai circa mille tra figuranti del Presepe vivente di Santa Maria Maggiore e presepisti, ricevuti questa mattina, 13 dicembre, nell'Aula della Benedizione.
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Pellegrinaggio verso la culla del Salvatore
I partecipanti alla rappresentazione vivente della Nascita di Gesù, come evidenzia il Pontefice nel suo discorso di saluto, celebrano oggi il loro Giubileo. Alle ore 11,30 attraversano la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, rendono omaggio alla tomba di Papa Francesco. Poi alle ore 12 partecipano alla Messa presieduta dal cardinale Rolandas Makrickas, arciprete della Basilica mariana, la “Betlemme dell’Occidente”. Alle ore 15 danno vita al corteo del Presepe vivente, partendo dalla Chiesa del Perpetuo Soccorso in via Merulana 26 e alle ore 17.30, giunti a Santa Maria Maggiore, venerano la reliquia della Sacra Culla, la mangiatoia in cui, secondo la tradizione, fu deposto Gesù Bambino appena nato.
“Fu proprio quell’antica reliquia che, assieme al viaggio in Terra Santa, ispirò San Francesco, nel 1223, di celebrare per la prima volta il ‘Natale di Greccio’, inizio della tradizione del Presepe”, ricorda Leone XIV.
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Una venuta "disarmata e disarmante"
La Natività del Salvatore è un messaggio in sé, già per le modalità in cui accade. Dio, spiega il Papa citando una catechesi di Benedetto XVI del dicembre 2009, “viene senza armi, senza la forza, per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo, e condurci alla nostra vera identità”. Contemplare il presepe è dunque una forma di conversione poiché si entra in un’esperienza autentica di conoscenza di Cristo e delle sue vie: “Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo”, aggiunge Leone XIV citando la Lettera apostolica Admirabile signum di Papa Francesco.
È proprio così: dalla grotta di Betlemme, dove stanno Maria, Giuseppe e il Bambino nella loro disarmante povertà, si riparte per cominciare una vita nuova sulle orme di Cristo. Voi lo testimonierete nel pomeriggio, con il corteo che si snoderà per le vie della città.
Chi partedcipa alla rappresentazione di un Presepe vivente è dunque un tedoforo, un portatore di luce.
[Il corteo], con le sue coreografie, con i costumi e le musiche, sarà un segno gioioso di quanto è bello essere discepoli di Gesù, il Dio fatto uomo, sole che sorge “per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace”. (Lc, 1,79)
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Consolare e ispirare
Di qui la missione che il Papa affida a figuranti e presepisti, che non si esaurisce nella durata di un corteo natalizio, ma deve realizzarsi nella quotidianità e portare frutto.
Ciò vi rende pellegrini di speranza, portatori di consolazione e di ispirazione per tutti quelli che incontrate: per i piccoli e i grandi, per le famiglie, i giovani e gli anziani che troverete sul vostro cammino; per chi gioisce e per chi soffre, per chi è solo, per chi sente vivo nel cuore il desiderio di amare e di essere amato e per chi, pur con fatica, continua a lavorare con impegno e perseveranza alla costruzione di un mondo migliore.
Leone XIV dopo aver ringraziato figuranti e presepisti “per il loro impegno”, li ha benedetti, augurando loro “Buon Natale”.
Daniele Piccini – Città del Vaticano
© www.vaticannews.va, sabato 13 dicembre 2025
