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Martinez: 20 veglie di preghiera per la famiglia

Dalla veglia mariana di questa sera alla manifestazione di sabato al Circo Massimo. Salvatore Martinez ribadirà con forza il «valore sociale della preghiera» a favore della famiglia. Sulla rotta tracciata nella prolusione del cardinale Bagnasco, che rilancia alcune parole chiave del convegno di Firenze: famiglia, povertà, migrazioni.

Presidente Martinez, questa sera Rinnovamento nello Spirito animerà a Roma la grandeVeglia mariana a Santa Maria Maggiore, dedicata alle donne e alle madri. Lo stesso negli altri santuari mariani. Perché queste veglie?
Nel momento in cui l’unità spirituale di un popolo sembra essere attaccata, i credenti danno voce alla preghiera più che alle parole. Abbiamo ritenuto urgente condividere questa idea di una Veglia mariana dedicata alle donne e alle madri per significare il valore della dignità della donna e dell’uomo, la bellezza della maternità e della paternità. I nostri figli hanno bisogno di trovare in noi vere porte di misericordia aperte ad un futuro di verità sul loro destino. Saremo a Santa Maria Maggiore e in contemporanea in oltre venti Basiliche e Santuari, tra cui le sedi pontificie di Padova, Loreto, Pompei e Santa Maria degli Angeli. Una grande preghiera di popolo, aperta a tutti, in modo particolare alle donne e alle madri a cui chiediamo di venire con un fiore da offrire a Maria.

La preghiera non è dunque solo un dialogo intimo e personale, ma ha anche un valore salvifico, per così dire 'sociale'?
Certamente, perché è sempre lo 'spirituale' che feconda il 'sociale', specie quando è in gioco la dignità della persona umana. La preghiera è l’arma più efficace a disposizione dei credenti ed è 'metodo' per sensibilizzare su quanto accade nella realtà e per discernere il bene dal male. È nella preghiera il segreto del vero umanesimo. Chi prega include Dio nella storia e non lo esclude come un estraneo. Chi prega ha il coraggio di rischiare con il cuore puro e sconfigge la paura e l’indifferenza che spesso attanagliano questo nostro tempo.

Inevitabile, però, notare che queste veglie si tengono a pochi giorni dalla manifestazione nazionale al Circo Massimo contro il ddl Cirinnà…

Siamo sempre credenti e cittadini insieme, come ci ha ricordato Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze. La nostra coscienza civile ci fa dire che questo disegno di legge è fuorviante e non allineato alle reali e primarie esigenze del Paese. In realtà, quando una verità esistenziale è sfidata, un popolo si risveglia e si mobilita dal basso obbedendo a un bisogno di partecipazione e di testimonianza che va osservato con rispetto.

Ma sulla mobilitazione di Roma in difesa della famiglia, che posizione ha il Rinnovamento?
Il RnS non è tra i soggetti che organizzano la manifestazione del 30 gennaio. Ciò non esclude che i singoli aderenti partecipino secondo le proprie possibilità e si coinvolgano come meglio ritengono. Credo che sia decisivo non rincorrere sigle e denominazioni nel tentativo di ricondurre a classificazioni o strumentalizzazioni un’iniziativa la cui portata deve andare oltre le appartenenze religiose e le distinzioni culturali. È a rischio la vita e la tutela della famiglia, le ricchezze più laiche di cui una società dispone come bene comune.

Nella prolusione il cardinale Bagnasco dice che nell’eredità spirituale del Convegno di Firenze c’è anche «l’attenzione alla famiglia, perché le sia conferita la centralità che le spetta nella Chiesa e nella società», perché «una società avara di generazione è una società depressa ». E ricorda che «i figli non sono mai un diritto poiché non sono cose da produrre».
I diritti dell’uomo sono strettamente connessi al 'diritto della famiglia', che tutela la persona da ogni fenomeno di disumanizzazione, favorendone il più autentico e integrale sviluppo. È proprio l’offuscamento di questa verità una delle cause più profonde dell’individualismo etico che sta contagiando il tempo presente, con sconfinamenti insostenibili, come la prassi della maternità surrogata. Seppure sia dovuta la tutela dei diritti civili dei singoli, rimane inammissibile l’equiparazione all’istituto del matrimonio di ogni altro tipo di convivenza.

La prolusione denuncia anche le violenze contro i cristiani e le minoranze che provocano i viaggi della disperazione. Provocazioni che ci spingono a «favorire un’accoglienza diffusa» per fratelli nei quali «si riflette il volto del Signore». Così come nei «quattro milioni di persone in povertà assoluta».
È il volto della misericordia che invoca giustizia all’indirizzo dei poveri e degli oppressi il cui numero cresce ad onta delle nostre società opulente. Siamo chiamati a fare di più per vivere 'nella carne' e non 'nella carta' l’istanza di prossimità richiestaci da papa Francesco e ricordata dal cardinale Bagnasco nella sua prolusione, come espressione di una laicità cristiana che non teme confronti nel segno della promozione umana.

Luca Liverani

© Avvenire, 26 gennaio 2016

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