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Messaggio dell'Arcivescovo per la Giornata del Seminario

Nella Giornata del Seminario, siamo invitati a riflettere in modo del tutto particolare sul “dono” speciale che il Signore affida alla Sua Chiesa: il dono della vocazione al sacerdozio.

26 Gennaio 2014

(III Domenica del Tempo Ordinario – anno A)

 

Se tu conoscessi il dono di Dio… (Gv 4,10)

È esaltante l’invito che Gesù rivolge ai primi discepoli: “Venite dietro a me!” (Mt, 4,19). Un appello che ha trasformato e continua a trasformare le esistenze di uomini e donne di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Un appello che parte dal cuore di Dio e raggiunge il cuore in ascolto e in ricerca di chi desidera imprimere alla propria vita un valore alto. Un appello che la liturgia di oggi farà risuonare nelle nostre assemblee e che ricondurrà la nostra comunità diocesana ad accarezzare il nostro Seminario, luogo in cui quell’appello viene “ruminato” giorno per giorno, accompagna e scandisce il tempo dei nostri ragazzi e continua a forgiare nuove vocazioni al sacerdozio.

Lasciamo a Gesù, in modo del tutto particolare quest’oggi, la possibilità di farsi sentire dalle comunità e dalla famiglie, dai giovani in ricerca e dagli educatori, da chiunque si fa attento e pensoso sulla bellezza della vita e sulla necessità di viverla in modo pieno e compiuto. Sì perché avvertiamo continuamente dentro di noi e intorno a noi il grido di una sconosciuta donna di Samaria, rivolto all’ignoto pellegrino di Giudea: “dammi di quest’acqua”! Di “questa”, non di una qualunque: quella che disseta, quella di cui abbiamo realmente bisogno e che solo Gesù può effondere in abbondanza!

Significativamente, però, la richiesta della Samaritana viene preceduta da un appello del Signore Gesù: “Se tu conoscessi il dono di Dio…”. Il “dono” deve essere conosciuto, deve diventare parte integrante della propria esistenza, deve accompagnare opere e giorni, deve diventare familiare; solo così potrà generare il desiderio continuo. E sarà seme fecondo di una esistenza nuova.

Nella Giornata del Seminario, siamo invitati a riflettere in modo del tutto particolare sul “dono” speciale che il Signore affida alla Sua Chiesa: il dono della vocazione al sacerdozio. Un dono, dunque, non un merito né una conquista squisitamente personale. Non è il frutto di strategie particolari o di faticoso impegno personale e comunitario, ma è un regalo che viene dall’Alto e che, certo, non mancherà mai alla Chiesa. La comunità, in tutte le sue articolazioni, è chiamata ad accoglierlo e a custodirlo. Bisogna, anzi, creare e favorire le condizioni, affinché questo dono attecchisca e germogli in abbondanza. La condizione previa di tutto ciò è la preghiera: “pregate il Signore della messe…” (Mt 9,38). Riscopriamo il valore della preghiera per le vocazioni. L’esperienza pluriennale dell’Adorazione eucaristica vocazionale mensile sia per tutti un momento forte in cui si dilata l’invocazione comunitaria al “Signore della messe”.

Viviamo questa Giornata quasi incastonata nell’Anno della Speranza. All’inizio dell’anno pastorale, come comunità diocesana, ci siamo soffermati a riflettere sullo splendore della speranza. Sulla opportunità, cioè, che questa virtù cristiana ci offre di far risplendere tutti i nostri desideri migliori alla luce di Dio, alla “luce della fede”, quella che, ci ricorda Papa Francesco, “illumina tutto il percorso della strada” (Lumen Fidei, 1). Potremmo dire illumina ogni strada, anche quella che conduce al nostro Seminario, dove i ragazzi e i giovani potranno trovare un luogo accogliente dove porre le proprie domande e incontrare le giuste risposte.

 

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Francesco, Arcivescovo

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