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"Oggi devo fermarmi a casa tua"

Accogliamo dal Signore il dono di un nuovo Anno liturgico e insieme desideriamo camminare sulle vie che lo Spirito suggerisce alla nostra Chiesa, attraverso la voce e il ministero del nostro pastore

Icona Zaccheo bassa.jpgSin dall’assemblea ecclesiale di settembre, Mons. Francesco Cacucci ha indicato il percorso di questo anno pastorale che si snoda tra l’attenzione all’impegno educativo, voluto dall’episcopato italiano, e una rinnovata animazione vocazionale, legata alla felice coincidenza del quarto centenario del nostro Seminario diocesano. L’Arcivescovo ci ha chiesto di diventare sempre più “una Comunità che educa alla risposta” e ci ha consegnato l’icona evangelica di Zaccheo (Lc 19, 1-9), sottolineando come essa  «evidenzia la dimensione vocazionale della vita tra “desiderio e chiamata”, “ricerca e incontro”, “risposta e testimonianza”. In questo ambito emerge il processo esistenziale dell’uomo come “alleanza educativa” nella disponibilità ad abitare la propria vita, “Casa del Mistero”. La vocazione, accolta nel sì di Dio incondizionato e gratuito, diventa risposta nell’amore per una pienezza di senso, agli appelli della storia. La Comunità si riscopre “sicomoro” e “casa”, strumento per la ricerca di Gesù e luogo di salvezza condivisa».

E’ proprio la ricerca a caratterizzare non solo l’inizio dell’avventura di Zaccheo ma anche l’inizio per noi di questo nuovo Anno liturgico, metafora, come sempre, del cammino della nostra vita personale e comunitaria.

Cercare sembra essere l’occupazione eterna dell’uomo, sempre raccomandata e mai conclusa. Per l’uomo è il maggior titolo di gloria e la sua necessità più ardua. Cerchiamo, molte volte, semplicemente perché abbiamo perso qualcosa di cui avevamo bisogno o almeno ritenevamo necessaria per la nostra vita. Cerchiamo, a volte, bramosi di afferrare e possedere, presi dall’oscura voglia di avere sempre più degli altri, afferrati da contorte aspirazioni di emergere e di schiacciare. Cerchiamo, altre volte, come ciechi, a tentoni, qualcosa che non abbiamo ancora trovato, il cui volto e la cui forma bramiamo nell’essenza. Cerchiamo, quasi sempre, perché nella parte più nascosta di noi stessi desideriamo trovare qualcosa o, meglio, Qualcuno.

A forza di cercare così tanto, però, frequentemente dimentichiamo la verità molto più affascinante: che siamo noi ad essere cercati.

Non è questa l’avventura di Zaccheo?

E non è vero tutto ciò anche per noi, che a volte ci rendiamo irreperibili?

I tempi liturgici dell’Avvento e del Natale celebrano questo mistero, ridestano questa ricerca, aprono il nostro cuore al desiderio dell’incontro, ci dispongono ad accogliere l’invito di Colui che viene a cercare ciascuno di noi e dice anche a me: Oggi, devo fermarmi a casa tua! E’ Gesù, il Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; è l’annuncio perenne del Regno di Dio che si fa vicino ad ogni uomo.

Sì, alla fine è Gesù colui che cerchiamo ma prima ancora e Lui che ci cerca. Che stupore vedersi guardati da Lui. Che intensa emozione sentirsi chiamati. Essere uomini, infatti, è sapersi chiamati dall’altro e per l’altro, interpellati da un’esigenza che va infinitamente più in là dei risultati che si è cercato di accumulare. Essere uomini è essere e sapersi dei cercati: chiamati a una vocazione, all’incontro, all’intimità, alla sequela di Gesù che viene a cercarci.

La Bibbia, che nel tempo d’Avvento la liturgia ci fa aprire alle sue pagine più intense e più belle, riflette la lunga storia di un popolo di cercatori e di cercati. Uomini che camminano in cerca di una patria, di una identità, in cerca di Dio a volte persino nonostante se stessi, ma che soprattutto hanno la consapevolezza di sapersi cercati da Dio. Scrivono i Vescovi italiani: “Nella storia della salvezza, dunque, si manifestano la guida provvidenziale di Dio e la sua pedagogia misericordiosa, che raggiungono la pienezza in Gesù Cristo: in lui trovano compimento la legge e il profeti. «E’ lui il maestro alla cui scuola riscoprire il compito educativo come un’altissima vocazione alla quale ogni fedele, con diverse modalità, è chiamato»” (cfr EVBV, 19) Ci metteremo in ascolto della Scrittura, in particolare durante la novena del Natale, sapendo che essa però non solo riflette questa duplice ricerca e ce la racconta in maniera ineguagliabile, ma continua a stimolare, nel corso dei secoli, la storia di tale ricerca.

Noi siamo oggi gli eredi di quegli uomini pellegrini incapaci di comprendere la loro vita se non sui sentieri di Dio. Noi siamo quei cercatori che si sentono cercati perché amati, come Zaccheo, il cui nome potrebbe significare “Dio si ricorda, Dio ha un pensiero”. Dio ha un suo pensiero anche per quest’uomo, Zaccheo, e anche per me. Anzi sono io suo pensiero da sempre, perché da sempre sono oggetto del suo Amore. E l’Amore vuole alloggiare, vuole accasarsi, vuol prender dimora anche da un peccatore, vuole fare del cuore e della vita dell’uomo la sua casa. Essere cercati da Dio, essere nel suo desiderio, nel suo sogno, nel suo Amore: essere amati semplicemente! Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 16).

Mentre con la liturgia nei prossimi giorni, rivolgendoci al Signore nell’attesa della sua venuta, ripeteremo quel grido dell’umanità: Se tu squarciassi i cieli e scendessi! (cfr Is 63, 19), lasciamoci interpellare da Lui che, rivolgendosi a tutti e a ciascuno, chiamandoci per nome, ripete: Presto, scendi! Oggi devo fermarmi a casa tua.

Insieme all’icona di Zaccheo, che ci accompagnerà per l’intero anno, in questo tempo di Avvento-Natale diversi sussidi aiuteranno, con le loro proposte, la preghiera e il cammino personale e delle comunità. Oltre al sussidio liturgico-pastorale a cura dell’Ufficio Liturgico è stato preparato il prezioso strumento della Lectio, “Ci sei?”, indirizzato ai giovani, ma che può essere affidato anche agli adulti delle nostre comunità parrocchiali: un’esperienza avviata già negli anni scorsi, voluta insieme e curata dalla Pastorale Giovanile e dall’Ufficio Liturgico e realizzata con le meditazioni e le preghiere per ogni giorno, nello stile della lectio quotidiana, scritte da alcuni seminaristi e sacerdoti del nostro Seminario che hanno messo il loro cuore e la loro mente a servizio di tutti.

Auguro ad ognuno di vivere con gioiosa esultanza questo tempo meraviglioso dell’Anno liturgico. Il coraggio della fede e l’entusiasmo del cuore che fecero dire a Maria Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1, 38) rispondendo alla sua vocazione e divenendo “dimora dell’Onnipotente”, aiutino anche noi a rispondere alla nostra vocazione e a fare della nostra vita la “casa abitata dall’Altissimo”.

 

sac. Mario Castellano

Direttore dell’Ufficio Liturgico