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Padre Pio, dalla sospensione alla santità: le cose da sapere

Ben prima che la Chiesa lo proclamasse Santo, il frate di Pietrelcina godeva già di una devozione popolare sterminata che lo rendono uno dei Santi più amati e venerati dell’età contemporanea. Taumaturgo, sacerdote fedele, confessore infaticabile, nel 1918 ricevette le stimmate, simbolo della Passione di Cristo, che restarono sul suo corpo per 50 anni. Per questo fu sottoposto a numerose ispezioni del Vaticano e persino sospeso “a divinis”. Le sue eredità sono i “Gruppi di preghiera” e la “Casa Sollievo della Sofferenza”, un ospedale all’avanguardia costruito a San Giovanni Rotondo. Le sue spoglie a febbraio saranno esposte nella Basilica di San Pietro in occasione del Giubileo della Misericordia

È uno dei Santi del Novecento più popolari e amati in ogni parte del mondo. Quando muore, il 23 settembre 1968, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e, davanti alle circa centomila persone arrivate sul Gargano, in Puglia, per partecipare ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa lo elevasse alla gloria degli altari lo colloca nella devozione popolare dei fedeli di tutto il mondo come uno dei santi più amati e venerati dell’ultimo secolo grazie anche alle sua fama di taumaturgo. I gruppi di preghiera dedicati a Padre Pio sono migliaia e sparsi in tutto il mondo.

padrepio_1535062.jpgChi era Francesco Forgione?

Francesco Forgione era nato a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. I suoi genitori, Grazio e Giuseppa, erano poveri contadini, ma assai devoti: in famiglia il rosario si pregava ogni sera in casa tutti insieme, in un clima di grande e filiale fiducia in Dio e nella Madonna. Il soprannaturale irrompe assai presto nella vita del futuro santo: fin da bambino egli riceveva visite frequenti di Gesù e Maria, vedeva demoni e angeli, ma poiché pensava che tutti avessero queste facoltà non ne faceva parola con nessuno. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra’ Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Vuole partire missionario per terre lontane ma il destino è un altro. I primi anni di sacerdozio sono compromessi e resi amari dalle sue pessime condizioni di salute, tanto che i superiori lo rimandano più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, dove il clima gli è più congeniale. Padre Pio è malato assai gravemente ai polmoni. I medici gli danno poco da vivere. Come se non bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere le terribili vessazioni a cui il demonio lo sottopone, che non lasciano mai in pace il povero frate, torturato nel corpo e nello spirito.

l'Arrivo a San Giovanni Rotondo

Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Un numero incalcolabile di uomini e donne, dal Gargano e da altre parti dell’Italia, cominciano ad accorrere al suo confessionale, dove egli trascorre anche quattordici-sedici ore al giorno, per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio. È il suo ministero, che attinge la propria forza dalla preghiera e dall’altare, e che Padre Pio realizza non senza grandi sofferenze fisiche e morali. Il 20 settembre 1918, infatti, il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche; il frate delle stimmate si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche sospeso a divinis e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere reintegrato nel suo ministero sacerdotale. La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità.  

L'intuizione dell'ospedale

Alla Vergine Maria, nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo della Sofferenza”, una delle strutture sanitarie oggi più qualificate a livello nazionale e internazionale, con 70.000 ricoveri l’anno, attrezzature modernissime e collegamenti con i principali istituti di ricerca nel mondo. Negli anni ‘40, per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, Padre Pio diede avvio ai Gruppi di Preghiera, una delle realtà ecclesiali più diffuse attualmente nel mondo, con oltre duecentomila devoti sparsi in tutta la terra. Con la “Casa Sollievo della Sofferenza” essi costituiscono la sua eredità spirituale, il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine. Da Lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti.

sgiovanni_rotondo_38_1535075.jpgLa fervente devozione mariana

«Esiste una scorciatoia per il Paradiso?», gli fu domandato una volta. «Sì», lui rispose, «è la Madonna. Ella – diceva il frate di Pietrelcina – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni». Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà,la pazienza, il silenzio,la purezza,la carità. «Vorrei avere una voce così forte – diceva - per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna». Lui stesso aveva sempre la corona del rosario in mano. Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”. Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”. Intorno alla sua figura in questi anni si sono scritti molti fiumi di inchiostro. Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri; si conta che approssimativamente sono più di 200 le biografie a lui dedicate soltanto in italiano. «Farò più rumore da morto che da vivo», aveva pronosticato lui con la sua solita arguzia. Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale. Perché tanta devozione per questo san Francesco del sud? Padre Raniero Cantalamessa lo spiega così: «Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio – come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi - è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore».  

La guarigione di Matteo Pio Colella e la canonizzazione

Le pratiche giuridiche preliminari del processo di beatificazione iniziarono un anno dopo la morte del Padre, nel 1969, ma incontrarono molti ostacoli, da parte di coloro che erano stati nemici dichiarati di Padre Pio. Furono ascoltati decine di testimoni e raccolti 104 volumi di disposizioni e documenti, e nel 1979 tutto il materiale fu inviato a Roma al vaglio degli esperti del Papa. Il procedimento che portò alla canonizzazione ebbe inizio con il nihil obstat del 29 novembre 1982. Il 20 marzo 1983 iniziò il processo diocesano per la sua canonizzazione. Il 21 gennaio 1990 Padre Pio venne proclamato venerabile, fu beatificato il 2 maggio 1999 e proclamato santo il 16 giugno 2002 in piazza San Pietro da papa Giovanni Paolo II come san Pio da Pietrelcina. La sua festa liturgica viene celebrata il 23 settembre. Tra i presunti segni miracolosi che gli vengono attribuiti troviamo le "stigmate" che avrebbe portato per 50 anni (20 settembre 1918 - 23 settembre 1968), il dono della bilocazione, la profezia e la scrutazione dei cuori e delle coscienze (capacità di leggere nei cuori e nella mente delle persone, carisma noto come cardiognosi). Tra i molti miracoli che attribuitigli c'è quello della guarigione del piccolo Matteo Pio Colella di San Giovanni Rotondo, sul quale è stato celebrato il processo canonico che ha portato poi alla elevazione agli altari di San Pio. Tra i racconti di bilocazione che lo avrebbero visto protagonista c'è quello fornito da Luigi Orione, secondo il quale nel 1925, mentre si trovava in piazza San Pietro per i festeggiamenti in onore di Teresa di Lisieux, gli sarebbe apparso inaspettatamente Padre Pio, che in realtà non si mosse mai dal convento che lo ospitava dal 1918 sino alla morte.

sgiovanni_rotondo_19_1535088.jpgL'ostensione permanente delle spoglie mortali

Il 19 aprile 2010 la salma del santo è stata traslata nella cripta della nuova Chiesa di Padre Pio, decorata con i mosaici del sacerdote gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik e con il soffitto ricoperto di foglia oro, ricavato dalla fusione degli ex voto che i fedeli negli anni hanno donato a san Pio. Dal 1º giugno 2013 la salma è permanentemente esposta alla pubblica venerazione. Dall’8 al 14 febbraio 2016, le spoglie del Santo saranno esposte alla venerazione dei fedeli nella Basilica di San Pietro nell’ambito del Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco per il prossimo anno. Per l’occasione, il 13 febbraio si terrà anche il Giubileo dei “Gruppi di preghiera di Padre Pio” che saranno ricevuti in udienza dal Pontefice.

© www.famigliacristiana.it, lunedì 23 settembre 2019