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"Siamo famiglia": a Bari, nel solco di Don Bosco

Nel solco tracciato da don Giovanni Bosco la parrocchia del Santissimo Redentore a Bari è da sempre un punto di riferimento per i giovani in un quartiere considerato a rischio. E l’oratorio rappresenta il fulcro di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per tenere insieme tanti bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere guidati e amati.

Come ogni anno la Festa in onore di San Giovanni Bosco, un momento di grande solennità in occasione dell’anniversario della sua morte (il 31 gennaio 1888), si trasforma in un evento spirituale e solidale ricco di significati e di fermento. Il direttore della Casa Salesiana, don Francesco Preite, afferma: «Tradurre oggi il sogno di don Bosco richiede molta concretezza e sinergia, preferendo i fatti alle parole. Avremo qui con noi don Ciotti. La sua presenza ci motiva e ci incoraggia ad essere concreti ed attenti specialmente alle povertà giovanili e familiari e nell'impegno di contrasto ad ogni tipo di mafia. Troppi ragazzi sono lasciati soli esposti ai pericoli della strada, troppo spesso delinquono. Dove sono i genitori, dov'è la famiglia? Bisogna ripartire dalla famiglia e sostenerla perché in ogni ragazzo c'è un punto accessibile al bene, e l'educatore deve trovarlo e potenziarlo per il bene del ragazzo e della comunità».

Il quartiere Libertà, popolare e vivace, ha un alto indice di devianza minorile per la presenza di alcuni gruppi della criminalità organizzata. Ma, c’è anche tanta gente onesta e laboriosa che frequenta la chiesa per pregare e dare il proprio sostegno alle molteplici attività che vengono svolte sul territorio. Il Santissimo Redentore in questa realtà così complessa e variegata assume un significato non solo religioso di resurrezione ma anche di riscatto sociale. «In questo quartiere ci sono sacche di disagio giovanile molto forti che cerchiamo di fronteggiare spargendo il seme del Vangelo», dice il parroco don Mario Sangiovanni. «L’oratorio e tutte le altre strutture che abbiamo creato strada facendo costituiscono una valida alternativa per costruire un futuro migliore».

Le celebrazioni in onore di San Giovanni Bosco sono cominciate il 23 gennaio scorso all’insegna di uno slogan molto significativo: “Siamo famiglia! Ogni casa, scuola di vita e di amore”. Numerosi gli eventi, i momenti di preghiera, le attività culturali, i giochi sportivi per ragazzi. La giornata clou è quella di martedì 31 gennaio che si aprirà con la lettura animata della vita di don Bosco dedicata agli alunni dell’I.C. “Garibaldi” di Bari, nella Biblioteca di quartiere intitolata al Santo.  Al pomeriggio l’incontro con don Luigi Ciotti, da sempre impegnato nella promozione della giustizia e di lotta contro le mafie. Si parlerà del ruolo fondamentale della famiglia nella educazione alla giustizia e alla pace”.  A seguire la Santa Messa in onore di don Bosco, nella chiesa del Redentore, presieduta da don Luigi Ciotti.

L’azione spirituale e pastorale del Santissimo Redentore è portata avanti con grande impegno da 10 sacerdoti e 3 coadiutori laici consacrati oltre che da una decina di educatori e 50 volontari. Sono circa 550 i ragazzi iscritti. Ogni giorno centinaia di minori frequentano il catechismo, svolgono le diverse attività ludiche e culturali, fanno sport nei quattro campetti di calcio, basket e pallavolo. «Educhiamo evangelizzando ed evangelizziamo educando», sottolinea don Francesco Preite. «Come ci ha insegnato don Bosco noi cerchiamo di formare buoni cristiani e onesti cittadini. Per contrastare la dispersione scolastica abbiamo realizzato il centro socio-educativo diurno per minori. E’ importante coniugare l’aspetto dottrinale e la catechesi con un linguaggio comprensibile ai ragazzi. Abbiamo anche istituito due corsi di formazione professionale dopo la licenza media per offrire una opportunità d’inserimento nel mondo del lavoro e dare dignità umana alla persona seguendo l’esempio di papa Francesco».

L’oratorio, alla pari di altri in Puglia, ha avuto solo pochi mesi fa il riconoscimento giuridico della funzione socio-educativa e formativa dopo l’approvazione da parte della Regione della legge n. 17 del 5 luglio scorso. L’ultima opera in ordine di tempo è la Comunità educativa “16 agosto” costruita con la Caritas diocesana, attingendo ai fondi dell’8 per mille, che accoglie alcuni ragazzi extracomunitari nei 12 posti disponibili.

Nicola Lavacca

© www.famigliacristiana.it, martedì 31 gennaio 2017

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