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Speciale vita in Parrocchia: Se al primo banco non abita l'accoglienza

A volte anche in chiesa basterebbe poco per aprirsi all'altro. Senza rinchiudere lo sguardo solamente sui soliti volti che conosciamo

35-Matrimonio-Parrocchia-Sant-Alfonso-Torino.JPGLe tre donne sono delle abitudinarie della Messa delle undici e un quarto. D'altronde fanno servizio liturgico ogni domenica lì e, dunque, le si vede sempre in prima fila. Distribuiscono i foglietti del Vangelo, decidono chi deve raccogliere le offerte, e, se il coro è sotto di numero, si mettono anche a cantare. Luisa ha quarantatrè anni, due figli adolescenti e un marito poco presente a casa, anche nei giorni di festa, in cui non lavora. Anna invece è la moglie di Alessandro, che sta per diventare diacono permanente. Per loro è un modo di dividere la vita anche tra le mura della chiesa, non solo in quelle domestiche. Vittoria, invece, è vedova ed è la più grande delle tre. Il don si fida di loro, a cui affida incarichi anche più importanti nel consiglio pastorale.
Stamattina sono sedute tra i banchi.

Angela e Luca entrano in parrocchia e si siedono accanto a loro, tra i primi banchi. Le conoscono solo di vista. Vanno tutte le domeniche a Messa, ma non fanno parte della comunità parrocchiale degli assidui. Il don ogni tanto lo invitano a pranzo, lo trovano simpatico, un bravo ragazzo e un po' lo sentono figlio loro. Non se la sentono di impegnarsi, o, forse, semplicemente nessuno li ha avvicinati per chiederglielo. Si sa che buttarsi non è facile.

Eppure basterebbe poco. Basterebbe evitare di fare “cose strane”. Come quella mattina che al segno della pace, segno da scambiarsi con una stretta di mano e magari un sorriso, le tre donne se lo danno solo tra loro e così alla povera coppia non resta che girarsi vero il banco dietro. Con l'amarezza di chi si meraviglia di quanto, come ha detto di recente il cardinale di una grande città, si può essere chiusi soli e individualisti in un luogo che non deve essere concepito come un piccolo mondo. Ma una cattedrale senza mura, aperta ad una umanità più grande.

Francesca Lozito

© www.vinonuovo.it, 25 agosto 2010