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Speciale. "La pace è frutto della giustizia"

Fiducia, autentica libertà, impegno. E i giovani. Il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio. Il testo integrale e i commenti.

1. Giornata della pace 2012, i giovani bene prezioso

 

papa_2327011.jpgEducare i giovani alla giustizia e alla pace. Non solo, valorizzare il loro slancio e il loro entusiasmo perché siano loro i protagonisti di un mondo migliore. Benedetto XVI nel messaggio per la 45a Giornata mondiale della pace (clicca qui per leggere integralmente il messaggio) chiede alle nuove generazioni di «vivere con fiducia quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero» e «di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti». Una testimonianza che ha bisogno di coraggio e di impegno «per superare le ingiustizie e la corruzione», per «desiderate un futuro migliore» e impegnarsi a costruirlo. «Siate consapevoli delle vostre potenzialità», scrive il Papa,  e non chiudetevi mai in voi stessi, ma sappiate lavorare per un futuro più luminoso per tutti». L'appello del Papa è poi ai genitori e agli educatori, ai responsabili politici (ai quali chiede di offrire un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti), al mondo dei media ciascuno faccia la sua parte nell'accompagnare i giovani nel cammino verso la giustizia e la pace.

«La pace», si sottolinea nel messaggio, «è frutto della giustizia ed effetto della carità. La pace è anzitutto dono di Dio». Ma la pace, continua il Papa, «non è soltanto dono da ricevere, bensì anche opera da costruire. Per essere veramente operatori di pace, dobbiamo educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità, essere attivi all’interno della comunità e vigili nel destare le coscienze sulle questioni nazionali ed internazionali e sull’importanza di ricercare adeguate modalità di ridistribuzione della ricchezza, di promozione della crescita, di cooperazione allo sviluppo e di risoluzione dei conflitti».

 

2 Le reazioni: «Raccogliamo l’appello del Papa»

 

lotti_2327020.jpg«Raccogliamo con entusiasmo e convinzione l’appello lanciato dal Papa in vista della prossima Giornata mondiale della pace: “Uniamo le nostre forze spirituali, morali e materiali, per educare i giovani alla giustizia e alla pace”. E avanziamo immediatamente una proposta: facciamo in modo che questo obiettivo diventi il filo conduttore del nostro impegno durante tutto il prossimo anno. Ciascuno di noi, a partire dal proprio territorio, definisca un piano concreto di attività e tutti insieme lavoriamo per trasformare gli sforzi di un anno in un impegno permanente».

Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace, e Aluisi Tosolini, del Programma nazionale “La mia scuola per la pace”, commentano positivamente le parole di Benedetto XVI: «Educare alla giustizia e alla pace è una responsabilità di tutti. E tutti, famiglie, scuole, università, gruppi, associazioni, istituzioni, mezzi di comunicazione e informazione hanno la responsabilità di fare in modo che i giovani possano diventare operatori di giustizia e di pace».

«Il Papa ci invita a riflettere e ad agire insieme. Il suo è un vero e proprio appello ad “unire le forze” per far fronte ad un tempo particolarmente difficile e pericoloso, per vincere la “coltre di oscurità scesa sul nostro tempo”.   Dobbiamo dunque fare tesoro delle tante belle esperienze che già esistono nel nostro paese e in particolare nelle nostre scuole grazie allo sforzo generoso di tanti insegnanti, docenti e operatori sociali. Dobbiamo metterle in rete e diventare il motore di un impegno sempre più concreto ed esteso”», concludono  Flavio Lotti e Aluisi Tosolini.

 

3. Affinché prevalgono il dialogo, il diritto e la solidarietà

 

Parte dal ricordo delle proteste in tutto il mondo, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, per illustrare i contenuti del messaggio del Papa. Il cardinale parla «della serie di manifestazioni dei giovani in quasi tutte le capitali europee e in alcune capitali del Continente americano. Il 2011 è così iniziato in un clima di pessimismo e sfiducia».

Benedetto XVI, sottolinea il presidente di Giustizia e pace,  riconosce che anche «nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto culturali e antropologiche. Sembra quasi che una coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giorno». Questa «preoccupazione e  paterna vicinanza definiscono il senso profondo del Messaggio del Santo Padre in occasione della XLV Giornata mondiale della Pace 2012».

Contrariamente, però, all’atteggiamento di disperazione prevalente, il cardinale Turkson ha ricordato che il Papa «attinge alla fonte della fiducia e della speranza: attinge al messaggio del Natale di Cristo, per augurare all’umanità, con affetto e fiducia, un nuovo anno di speranza, segnato dalla giustizia e dalla pace, e desidera presentare i giovani come i principali protagonisti di questi atteggiamenti».

A questo i giovani devono essere educati, per costruire tutti insieme «un nuovo umanesimo, una nuova alleanza fra gli esseri umani che sia in grado di edificare un mondo dal volto più umano e fraterno, dove non prevalga la tecnica sulla natura dell’essere umano, dove ogni attività professionale, culturale, politica ed economica non sia solo il frutto di un sapere e di una logica tecnicista, ma si nutra appunto di tale umanesimo. Occorre, cioè che ogni attività tenga sempre conto, ponga sempre a suo fondamento riconosciuto la dignità dell’essere umano, sempre e comunque, facendo prevalere il dialogo, il diritto sulla prevaricazione, sulla tracotanza, sull’offesa, sull’orrore, sulla guerra tra i popoli e tra le nazioni, sulle persecuzioni, sull’odio, sulle violazioni dei diritti umani, sui peccati contro Dio, contro il creato e contro gli uomini, peccati che uccidono la carità e la civiltà».

 
Annachiara Valle
 
© Famiglia Cristiana, 16 dicembre 2011