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Stati generali della famiglia. Narrare la famiglia aiutandola di più

Serve una nuova narrazione della famiglia? Un racconto, come si dice sempre più spesso oggi, che aiuti i giovani a capire che sì, 'si può fare' – così recita lo slogan degli Stati Generali...

Serve una nuova narrazione della famiglia? Un racconto, come si dice sempre più spesso oggi, che aiuti i giovani a capire che sì, 'si può fare' – così recita lo slogan degli Stati Generali della Natalità 2022 – ma soprattutto che 'ce la si può fare' a realizzare il desiderio di famiglia nonostante le tante difficoltà? Probabilmente sì, occorre trovare parole nuove, e serve che in Italia la politica impari a osare molto di più quando affronta il capitolo-famiglia.

Prima di costruire il nuovo andrebbe però smontato qualche pezzo della narrazione attuale, che parla di una crisi climatica che i grandi del mondo faticano a contrastare, della guerra che arriva fino in Europa, di una crisi demografica che renderà sempre più difficile sostenere le pensioni, la sanità, il debito pubblico, di una pandemia senza fine... Tutto vero, drammaticamente vero, ma anche tutto narrato come se non vi fosse una speranza possibile, mentre non è così.

Prendiamo la crisi climatica, ad esempio, che molti continuano a correlare in modo scorretto alla crescita della popolazione, mentre semmai è vero il contrario: aumento delle emissioni e calo delle nascite sono figlie della stessa deriva che ha visto diverse generazioni avanzare nella società e vivere negando il futuro ai figli compiendo scelte di vita economicamente e ambientalmente insostenibili. Il futuro rubato, per dirla in altri termini, non è il bambino che nasce, ma l’adulto che non diventa mai veramente genitore, nemmeno se ha figli, e vive nell’illusione del consumo infinito delle risorse in virtù di un individualismo patologico e autolesionista.

Di narrazione si è parlato ieri in uno dei panel degli Sgdn, riproponendo molti dei temi sui cui ci si confronta da tempo: dalla difficoltà che le donne ancora incontrano sul lavoro quando diventano madri all’ansia di non essere in grado di offrire il meglio ai figli che verranno, dalla mancanza di sostegni strutturali al rischio di impoverimento dopo la nascita di un figlio, mostrando però al contempo tutta la bellezza e la poesia che una vita familiare restituisce. Ed è qui che la palla andrebbe raccolta dalla politica, nel momento in cui è necessario rompere lo schema e non accontentarsi di varare misure come l’Assegno unico o di approvare leggi delega come il Family Act, interventi fondamentali e capaci di avviare un percorso importante, ma che in realtà doveva incominciare 20 anni fa, mentre oggi serve molto, ma molto di più.

La vera narrazione nuova sulla famiglia dovrebbe partire proprio da qui. Da una classe politica che assume il coraggio di essere guida del cambiamento e incomincia a varare provvedimenti ad altissimo impatto e in grado di comunicare (raccontare) a tutte le famiglie e a tutti i potenziali genitori che 'si può fare', che avere un figlio o formare un nucleo numeroso non sarà mai un problema perché la comunità è pronta a mettere al primo posto, sempre, in ogni provvedimento, il sostegno alla natalità.

Massimo Calvi

© Avvenire, sabato 14 maggio 2022
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