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Udienza. Il Papa: la Chiesa è popolo di peccatori che sperimentano la misericordia

Al termine della catechesi papa Francesco ha ricordato la strage in chiesa in Nigeria: «Non si ripetano più crimini così vergognosi, perpetrati nei luoghi di culto»

Gesù non ha scelto i perfetti, ma è venuto a dare speranza ai peccatori. Lo ha ribadito papa Francesco stamani all'udienza generale del mercoledì, la seconda dopo la pausa di luglio, tenutasi in Aula Paolo VI per evitare il caldo agostano di piazza San Pietro. Accolto come sempre dall'abbraccio entusiastico dei presenti, il Pontefice si è soffermato a salutare, ascoltare, benedire, farsi scattare selfie con lui. Dopo la lettura del brano del Vangelo secondo Luca sulla peccatrice alla quale «sono perdonati i suoi peccati perché ha molto amato», Francesco ha proseguito il ciclo di catechesi sulla speranza cristiana.

Gesù compie gesti scandalosi

«Abbiamo sentito la reazione dei commensali di Simone Fariseo: chi è costui che perdona anche i peccati? Gesù ha appena compiuto un gesto scandaloso» esordisce il Papa. E riassume brevemente l'episodio: una donna conosciuta come peccatrice è entrata in casa di Simone, si è chinata ai piedi di Gesù e ha versato sui suoi piedi olio profumato. I presenti mormorano: se costui è un profeta non dovrebbe accettare. «Quelle erano donne, poverette, che servivano solo per essere "visitate" di nascosto, anche dai capi, o per essere lapidate» chiosa il Papa. «L’atteggiamento di Gesù è diverso»: lui «avvicina i lebbrosi, gli indemoniati, tutti i malati e gli emarginati». «Questa simpatia di Gesù per gli esclusi, gli intoccabili, sarà una delle cose che più sconcerteranno i suoi contemporanei: laddove c’è una persona che soffre Gesù se ne fa carico».

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Gesù ci vuole guariti e liberi

Gesù condivide il dolore umano e quando lo incrocia sente misericordia. «Gesù prova compassione», insiste il Papa, non ha l'atteggiamento degli stoici che invitano a sopportare la sofferenza. «Laddove c’è un uomo o una donna che soffre Gesù vuole la sua guarigione, la sua liberazione, la sua vita piena». Non si tratta di guarigione solo da un male fisico, ma anche da un male spirituale, dalla condizione di peccato. E quante persone, anche oggi, osserva il Papa, «perdurano in una vita sbagliata perché non trovano nessuno disposto a guardali con il cuore di Dio, cioè con speranza». Gesù «vede una possibilità di resurrezione anche in chi ha accumulato tante scelte sbagliate» e «spalanca quella misericordia che ha nel cuore: perdona, abbraccia, capisce». Gesù per prima cosa libera la peccatrice da «quel senso di oppressione, di sentirsi sbagliata».

«Tanti cattolici si credono perfetti e disprezzano gli altri»

L'atteggiamento di Gesù scandalizza gli scribi e la loro reazione ricorda al Papa quella di «tanti cattolici che si credono perfetti e disprezzano gli altri: è triste questo». «Dovremmo ricordarci - esorta Francesco - di quanto siamo costati all'amore di Dio», poiché Gesù ha dato la vita per ciascuno di noi. «Gesù non va in croce perché sana i malati», ma «perché perdona i peccati, perché vuole la liberazione totale, definitiva del cuore dell’uomo, perché non accetta che l’essere umano consumi tutta la sua esistenza con il tatuaggio incancellabile di non essere accolto dal cuore di Dio».

Gesù dà la speranza di una vita nuova

«I peccatori non solamente vengono rasserenati a livello psicologico, Gesù offre alle persone che hanno sbagliato la speranza di una vita nuova» osserva Francesco. «Guarda avanti e ti faccio un cuore nuovo: questa è la speranza che ci dà Gesù». Ma c'è di più: non solo Gesù offre ai peccatori una speranza concreta, ma proprio fra quei peccatori pentiti scegli i suoi primi discepoli. E il Papa fa nomi e cognomi: Matteo il pubblicano diventato apostolo di Cristo, Zaccheo ricco corrotto che «sicuramente aveva una laurea in tangenti», la donna di Samaria «che aveva avuto 5 mariti e ora convive con un altro» si sente promettere un’acqua viva che per sempre sgorgherà dentro di lei. «Dio non ha scelto come primo impasto per formare la sua Chiesa le persone che non sbagliavano mai: la Chiesa è un popolo di peccatori che sperimentano la misericordia di Dio». Francesco conclude: «Siamo tutti poveri peccatori, bisognosi della misericordia di Dio, che ha la forza di trasformarci e darci speranza ogni giorno. Andiamo avanti con questa fiducia».

Sulla Nigeria: «Mai più crimini nei luoghi di culto»

Al termine dell'udienza, papa Francesco ha ricordato la strage in chiesa in Nigeria. «Sono rimasto profondamente addolorato dalla strage avvenuta domenica scorsa in Nigeria, all'interno di una chiesa, dove sono state uccise persone innocenti» ha detto. «E purtroppo stamattina è giunta notizia di violenze omicide nella Repubblica Centrafricana contro la comunità cristiana. Auspico che cessi ogni forma di odio e di violenza e non si ripetano più crimini così vergognosi, perpetrati nei luoghi di culto, dove i fedeli si radunano per pregare. Pensiamo ai nostri fratelli e sorelle in Nigeria e in Repubblica Centrafricana e preghiamo per loro tutti insieme». Il Papa ha quindi invitato i presenti a recitare un'Ave Maria.

Anna Maria Brogi

© Avvenire, mercoledì 9 agosto 2017