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Domenica della Parola 2023

Messaggio dell'Arcivescovo ed indicazioni liturgiche

Carissime sorelle e carissimi fratelli,

la Domenica della Parola di Dio torna a provocare i nostri vissuti sempre più bisognosi di riferimenti evangelici che aprano il cuore alla Verità e al profumo di un’esistenza che sia ricca del Sogno di Dio sull’uomo. Negli anni successivi al Concilio Vaticano II, il grande teologo Yves Congar, perito conciliare che contribuì alla stesura di diversi documenti, lamentava che il documento più dimenticato del concilio fosse proprio quello sulla Rivelazione di Dio, la Dei Verbum. Congar notava che nella Chiesa, tra i cattolici, in quel periodo si parlava di tutto, tranne che di Dio (U. Betti, La dottrina del Concilio Vaticano II sulla trasmissione della Rivelazione, Roma 1985, 5). Quanto si è rivelato profetico l’appunto di Congar! Soprattutto oggi, abbondano le analisi di sociologia religiosa, le strategie pastorali, le lamentele sulle chiese vuote e sui giovani che disertano sempre più le nostre comunità, ma non abbiamo preso sufficientemente coscienza che il nostro è un tempo attraversato da una crisi di fede. Torniamo a Dio! Lasciamoci plasmare l’esistenza dalle domande di fondo che albergano nel cuore dell’essere umano: da dove viene la vita? Verso dove va? Chi, che cosa può renderla bella e attraente?

La Sacra Scrittura è il luogo dell’incontro con Dio. In essa, Dio parla all’uomo, al suo cuore, alla sua intelligenza, a tutto il suo essere. Nella Bibbia ci si imbatte in tutte le situazioni in cui l’essere umano possa trovarsi: la nascita, la morte, l’amore, il lavoro, l’amicizia, il fidanzamento, la sofferenza… Sono vissuti esistenziali con cui confrontarci per ascoltare la voce di Dio che continua a parlare all’uomo: «Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio ed è utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2Tm 3, 16-17).

Invito i parroci a far scoprire ai giovani delle nostre parrocchie la ricchezza del testo biblico, a programmare con loro la lectio divina periodica. Non abbiate timore dei piccoli gruppi! Ho sempre sperimentato che, quando si è in pochi, è più facile creare dialogo e aprire il proprio cuore ai fratelli con cui si condivide un cammino spirituale. Nel sessantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Vaticano II, sarebbe interessante riprendere la Costituzione dogmatica Dei Verbum e farne oggetto di riflessione all’interno delle nostre comunità. Tutto il testo è attraversato da un approccio personalistico, dialogico, familiare al mistero di Dio che si è rivelato definitivamente in Gesù Cristo. Si potrebbe pensare anche a momenti di preghiera in cui consegnare il vangelo di Matteo ai cresimandi, vangelo dell’anno liturgico corrente. Riprendiamo tra le mani la Bibbia, non con l’ermeneutica del sospetto, ma con l’ermeneutica della fede. Solo allora faremo nostre le parole di Pietro, «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6, 68-69), e diventeremo annunciatori della Parola.

Vi saluto con molto affetto nel Signore.

 

Bari, 16 gennaio 2023

don Giuseppe, vescovo

 

La Domenica della Parola di Dio 2023 ha per tema un versetto tratto dalla Prima lettera di Giovanni «Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1,3). Da qui scaturisce il titolo attribuito alla giornata che si celebrerà domenica 22 gennaio: Annunciatori della Parola!

In questo sussidio Vengono proposti alcuni suggerimenti liturgici per la celebrazione della Domenica della Parola. Tuttavia, a discrezione del parroco, possono essere introdotti altri gesti, che mettano in evidenza l’importanza della Parola di Dio nell’assemblea liturgica, in conformità, naturalmente, con le vigenti indicazioni liturgiche. In questa domenica, come dovrebbe avvenire tutte le domeniche (MR, XXV), è auspicabile che il salmo venga cantato. Così come è necessario tornare a svolgere la processione offertoriale con la partecipazione dei fedeli, come avveniva prima della pandemia.

don Francesco Mancini e l’équipe liturgica diocesana

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