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"Datevi al meglio della vita"

57a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni - Domenica 3 Maggio 2020

«Cercare il Signore, custodire la sua Parola, cercare di rispondere ad essa con la propria vita, crescere nelle virtù, questo rende forti i cuori dei giovani. Per questo occorre mantenere la ‘connessione’ con Gesù, essere ‘in linea’ con Lui, perché non crescerai nella felicità e nella santità solo con le tue forze e la tua mente […]. Non confondete la felicità con un divano […]  lasciate piuttosto sbocciare i sogni e prendete decisioni. […] Vivete! Datevi al meglio della vita (Francesco, Christus vivit, 158.143).

Riprendendo le parole del Papa, è necessario sottolineare quanto la VOCAZIONE è un mettersi alla ricerca del meglio della vita, intuirlo, riconoscerlo e decidersi a seguirlo.

La parola VOCAZIONE porta con sé il sapore di una voce, quella del tuo nome pronunciato da chi ti ha voluto bene, dai tuoi amici, dalla persona di cui ti sei innamorato/a. A volte il sapore buono, altre volte ne puoi sentire tutta l'amarezza. Vocazione è una voce che viene dalla storia, dai luoghi, dai posti, dalle persone. Dio non parla da fuori ma da dentro la realtà. È per questo che Papa Francesco ci spinge, ci invita, ci incoraggia ad uscire, andare a conoscere il mondo non come un turista o come uno spettatore, ma come chi entra in contatto, si lascia stupire, interrogare, sente la realtà, ne conosce i sapori, gli odori, ha il coraggio di guardare negli occhi, di ascoltare le voci delle persone che camminano accanto. La vocazione è la risposta ad una parola udita all'orecchio del cuore e viene silenziosamente da una persona, una comunità, alcuni volti, un luogo abitato, perché la vocazione, come l'amore e la vita, è sempre per qualcun altro e insieme a qualcun altro e non la si riconosce a tavolino, non calcolando il futuro o giocando la vita come fosse una partita di scacchi dove tutto è complicato, non pensando alla volontà di Dio come la soluzione a un problema difficile. La vocazione sorge come qualcosa che meraviglia, sorprende.

Provando a guardare l'immagine proposta per questa Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, si può notare che essa è piena di tanti indizi che raccontano di uomini e donne che hanno incontrato Gesù, lo hanno riconosciuto e hanno deciso di seguirlo intuendo la loro vocazione.

C'è la Casa di Zaccheo con accanto il sicomoro (Lc 19,1-10) e lì accanto la punta della barca che era di Simone e Andrea (Mc 1,16), poco più avanti la brocca dimenticata dalla Samaritana (Gv. 4,28) e il fuoco di brace ancora acceso dopo il pranzo di pesce arrostito consumato con il risorto (LC 24,36-43). Ancora sulla sinistra le monete lasciata da Matteo (Mt 9,9) e ai piedi di Gesù il vaso di Nardo di cui ancora sentiamo il profumo insieme al Vangelo (Gv 12,3).  Affonda i tuoi occhi nella parola di Gesù e ascolta le storie di chi prima di te ha scoperto che il meglio della vita non è qualcosa ma qualcuno. Il meglio della vita è Gesù e dall'incontro con Lui può sorgere anche per te una promessa che ti fa intuire il posto in cui poter danzare il tuo domani.

Il meglio della vita è quello a cui tutti aspiriamo, è il desiderio nascosto nel cuore, la voglia di vivere in ciò che ci rende felici.

Quando si parla di vita felice, spesso si immagina una vita tutta gioiosa, senza problemi, senza pensieri (cf. Francesco, Gaudete et exsultate, 75-76). Talvolta anche la vocazione, la vita cristiana, è stata annunciata così, come se la vita nuova promessa dal Vangelo introducesse ‘in un’altra vita’ senza dolori, contraddizioni, fatiche. La felicità ha a che fare con la fecondità, una vita felice è una vita feconda; in questa prospettiva, il tema è estremamente vocazionale (cf. Francesco, Evangelii gaudium, 278). La Fecondità della nostra vita consiste nella relazione con Cristo e con i fratelli, in una vita donata a Lui per il bene degli uomini. «Per quanto tu possa vivere e fare esperienze […] non conoscerai la vera pienezza dell’essere giovane se non incontri ogni giorno il grande Amico, se non vivi in amicizia con Gesù» (Francesco, Christus vivit, 150).

Scoprire la nostra vocazione significa, allora rendere la nostra vita feconda e dunque felice.

Non c’è, in fin dei conti, altro che chiediamo nella preghiera.

Una preghiera, che in questa IV Domenica di Pasqua, 57a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, deve farsi più intensa per tutte le VOCAZIONI, quelle che stanno sorgendo e quelle che già camminano anche nella lotta e nella fatica. Sia questa la giornata in cui annunciamo soprattutto la bellezza delle vocazioni di consacrazione a Dio.

“Nel discernimento di una vocazione non si deve escludere la possibilità di consacrarsi a Dio nel sacerdozio o nella vita religiosa o in altre forme di consacrazione. Perché escluderlo? Abbi la certezza che, se riconosci una chiamata da Dio e la segui, ciò sarà la cosa che darà pienezza alla tua vita.” (Francesco, Christus vivit, 276)

Perché queste vocazioni in modo specifico, insieme a tutte le altre a cui il Signore ci chiama, possano svilupparsi e crescere, dobbiamo riconoscere e coltivare quattro parole, quattro atteggiamenti che il Papa ci consegna nel suo messaggio per questa giornata: GRATITUDINE, CORAGGIO, DOLORE E LODE.

“Carissimi, specialmente in questa Giornata, ma anche nell’ordinaria azione pastorale delle nostre comunità, desidero che la Chiesa percorra questo cammino al servizio delle vocazioni, aprendo brecce nel cuore di ogni fedele, perché ciascuno possa scoprire con gratitudine la chiamata che Dio gli rivolge, trovare il coraggio di dire “sì”, vincere la fatica nella fede in Cristo e, infine, offrire la propria vita come cantico di lode per Dio, per i fratelli e per il mondo intero.” (Francesco, 57a GMPV)

Ravviviamo il dono di Dio in noi e annunciamo la bellezza di una vita donata a Dio per il bene dei fratelli.

È donando che si è a un passo dalla felicità… e allora, CORAGGIO!! VIVETE! DATEVI AL MEGLIO DELLA VITA! (Christus vivit, 143)

sac. Nicola Simonetti

Direttore dell’Ufficio Diocesano Vocazioni