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Giornata per la vita. Il coraggio di donare

Tantissime iniziative in tutta Italia. Uscire da se stessi, annunciare «l’esistenza ricca in umanità», abitare fiduciosi «i legami sociali»: i credenti in ogni luogo sono chiamati «a farsi diffusori di vita costruendo ponti di dialogo, capaci di trasmettere la potenza del Vangelo, guarire la paura di donarsi, generare la cultura dell’incontro»

Uscire da se stessi, annunciare «l’esistenza ricca in umanità», abitare fiduciosi «i legami sociali»: i credenti in ogni luogo sono chiamati «a farsi diffusori di vita costruendo ponti di dialogo, capaci di trasmettere la potenza del Vangelo, guarire la paura di donarsi, generare la cultura dell’incontro».
È più forte che mai la “chiamata” della 38ª Giornata nazionale della vita voluta dai vescovi italiani, che oggi unirà la Penisola da Nord a Sud. Tante le iniziative in programma nelle diocesi.
Roma celebrerà l’appuntamento con la tradizionale messa presieduta dal vescovo Lorenzo Leuzzi, incaricato del Centro per la pastorale sanitaria e direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato, nella parrocchia di Santa Maria in Traspontina (via della Conciliazione) alle 10.30. Al termine i partecipanti confluiranno in piazza San Pietro dove si uniranno alle associazioni, tra cui il Movimento per la vita romano con i suoi palloncini verdi, e alle altre rappresentanze del “popolo della vita” per la preghiera dell’ Angelus insieme al Papa. Impegnato nelle iniziative per la Giornata anche il Movimento per la vita, che da stamane e per tutto il giorno sarà presente in oltre 100 parrocchie della diocesi per distribuire materiale informativo sulle iniziative a tutela della vita umana e 20mila primule.
Ma a fiorire saranno le piazze di tutto il Paesee, da Milano a Torino, da Venezia ad Ancona fino a Napoli: qui l’appuntamento è in Parco Mascagni con tutte le associazioni di volontariato per la "Passeggiata in famiglia" col cardinale Crescenzio Sepe, lungo le vie del Vomero. A seguire la messa nella parrocchia di San Gennaro.
Attesa e commozione a Salerno, dove alle 11.15 presso la Chiesa dell’Immacolata i bimbi di alcune donne nigeriane approdate sulle nostre coste il 6 maggio scorso in avanzato stato di gravidanza e accolte a Casa Betania riceveranno il battesimo dall’arcivescovo Luigi Moretti. Quest’anno la proposta di riflessione dei vescovi è quella di intrecciare la tutela della maternità con il rinnovato, dirompente fenomeno delle migrazioni transcontinentali. E da due anni Salerno è porto di sbarchi di rifugiati e di migranti economici, proprio con la struttura di Casa Betania in prima linea nell’accoglienza delle donne straniere.
A Firenze l’appuntamento è alla Chiesa del Carmine per un incontro di riflessione con Francesco Zini, presidente dei Giuristi Cattolici. Nel pomeriggio si potrà visitare la Cappella Brancacci guidati da Alessandro Bicchi, vicedirettore dell’Ufficio Diocesano per l’Arte sacra e i Beni culturali ecclesiastici. Alle 18 infine la concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Betori.
Un incontro con dibattito, la messa presieduta dal vescovo Andrea Bruno Mazzucato e l’adorazione eucaristica notturna per i bambini non nati per aborto nel 2015 e le loro famiglie sono invece le iniziative messe in campo dalla diocesi di Udine: nella celebrazione di ieri sera al santuario della Beata Vergine delle Grazie il vescovo ha rivolto una benedizione speciale alle mamme in attesa di bambini. Poi, dalle 20.30 fino a stamane il ricordo di ogni bambino non nato per aborto nel 2015 in Friuli (660 nel solo territorio diocesano) e per i suoi genitori. L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio diocesano di pastorale familiare e dalla Pastorale della cultura della diocesi di Udine, in collaborazione con l’Associazione nazionale famiglie numerose, il Centro di aiuto alla vita, il Forum delle associazioni familiari della Regione Friuli Venezia Giulia onlus e il Centro culturale "Il villaggio".
Dopo il pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine di San Luca, presieduto ieri pomeriggio dall’arcivescovo Matteo Zuppi, la diocesi di Bologna celebra invece la Giornata per la vita con un incontro di riflessione «per condividere il messaggio dei vescovi sulla vita» a partire dalle 16.30, promosso da Seminario Arcivescovile, Fondazione don Mario Campidori, Associazione Metodo Billings, Centro G.P. Dore, Famiglie per l’accoglienza, Sav Bologna, Cvs, Movimento per la vita, Azione cattolica. In programma testimonianze toccanti di mamme e di alcuni volontari del carcere.
Festa grande in Molise: a Vinchiaturo, in provincia di Campobasso, sarà inaugurato oggi il centro di accoglienza per ragazze madri Casa Martina, in memoria della piccola Martina. A presiedere la cerimonia l’arcivescovo di Campobasso -Bojano GianCarlo Bregantini, alla presenza del fondatore della Comunità terapeutica La Valle padre Lino Jacobucci, i benefattori, i responsabili e i volontari del Movimento per la vita. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di offrire alle donne in gravidanza e ragazze madri un sostegno per vivere serenamente e adeguatamente la maternità. La Casa, che può ospitare fino a 8 persone, offrirà vitto, alloggio, vestiario, assistenza medica, reinserimento sociale, sostegno psicologico durante e dopo la gravidanza.
Grande mobilitazione dei Movimenti per la vita e dei Centri di aiuto alla vita dell’Umbria promuovono in diversi centri. A Perugia l’Ufficio diocesano per la famiglia promuove un incontro di riflessione dal titolo "La Misericordia fa fiorire la vita", in programma alle 16 presso la Sala San Giovanni Paolo II della Parrocchia Oasi di Sant’Antonio: interverranno l’Imam Mohamad Abel Qader, il biblista padre Giulio Michelini e la direttrice della Caritas diocesana Daniela Monni per «sollecitare ponti di dialogo per una vera crescita in umanità».
Terni ha iniziato il suo raccoglimento ieri sera, con la veglia di preghiera per la vita nascente, il passaggio attraverso la porta santa della cattedrale e l’adorazione eucaristica presieduta dal vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese. Anche qui primule e piazze fiorite grazie ai volontari del Movimento per la Vita: il ricavato delle offerte raccolte ai banchetti sarà destinato all’aiuto delle mamme in gravidanza. Nel 2015 in città sono stati aiutati a nascere 38 bambini e altri 18 sono in arrivo nel 2016.

Viviana Daloiso

© Avvenire, 6 febbraio 2016

 

Messaggio della CEI per la Giornata della vita

 

«La misericordia fa fiorire la vita»

 

“Siamo noi il sogno di Dio che, da vero innamorato, vuole cambiare la nostra vita”. Con queste parole Papa Francesco invitava a spalancare il cuore alla tenerezza del Padre, “che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati” (1Pt 1,3) e ha fatto fiorire la nostra vita.

La vita è cambiamento
L’Anno Santo della misericordia ci sollecita a un profondo cambiamento. Bisogna togliere “via il lievito vecchio, per essere pasta nuova” (1Cor 5,7), bisogna abbandonare stili di vita sterili, come gli stili ingessati dei farisei. Di loro il Papa dice che “erano forti, ma al di fuori. Erano ingessati. Il cuore era molto debole, non sapevano in cosa credevano. E per questo la loro vita era – la parte di fuori – tutta regolata; ma il cuore andava da una parte all’altra: un cuore debole e una pelle ingessata, forte, dura” . La misericordia, invero, cambia lo sguardo, allarga il cuore e trasforma la vita in dono: si realizza così il sogno di Dio.

La vita è crescita
Una vera crescita in umanità avviene innanzitutto grazie all’amore materno e paterno: “la buona educazione familiare è la colonna vertebrale dell’umanesimo” . La famiglia, costituita da un uomo e una donna con un legame stabile, è vitale se continua a far nascere e a generare. Ogni figlio che viene al mondo è volto del “Signore amante della vita” (Sap 11,26), dono per i suoi genitori e per la società; ogni vita non accolta impoverisce il nostro tessuto sociale. Ce lo ricordava Papa Benedetto XVI: “Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani” . Il nostro Paese, in particolare, continua a soffrire un preoccupante calo demografico, che in buona parte scaturisce da una carenza di autentiche politiche familiari. Mentre si continuano a investire notevoli energie a favore di piccoli gruppi di persone, non sembra che ci sia lo stesso impegno per milioni di famiglie che, a volte sopravvivendo alla precarietà lavorativa, continuano ad offrire una straordinaria cura dei piccoli e degli anziani. “Una società cresce forte, cresce buona, cresce bella e cresce sana se si edifica sulla base della famiglia”. È la cura dell’altro – nella famiglia come nella scuola – che offre un orizzonte di senso alla vita e fa crescere una società pienamente umana.

La vita è dialogo
I credenti in ogni luogo sono chiamati a farsi diffusori di vita “costruendo ponti” di dialogo, capaci di trasmettere la potenza del Vangelo, guarire la paura di donarsi, generare la “cultura dell’incontro” . Le nostre comunità parrocchiali e le nostre associazioni sanno bene che “la Chiesa deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere”. Siamo chiamati ad assumere lo stile di Emmaus: è il vangelo della misericordia che ce lo chiede (cfr. Lc 24,13-35). Gesù si mette accanto, anche quando l’altro non lo riconosce o è convinto di avere già tutte le risposte. La sua presenza cambia lo sguardo ai due di Emmaus e fa fiorire la gioia: nei loro occhi si è accesa una luce. Di tale luce fanno esperienza gli sposi che, magari dopo una crisi o un tradimento, scoprono la forza del perdono e riprendono di nuovo ad amare. Ritrovano, così, il sapore pieno delle parole dette durante la celebrazione del matrimonio: “Padre, hai rivelato un amore sconosciuto ai nostri occhi, un amore disposto a donarsi senza chiedere nulla in cambio” . In questa gratuità del dono fiorisce lo spazio umano più fecondo per far crescere le giovani generazioni e per “introdurre – con la famiglia – la fraternità nel mondo” . Il sogno di Dio - fare del mondo una famiglia – diventa metodo quando in essa si impara a custodire la vita dal concepimento al suo naturale termine e quando la fraternità si irradia dalla famiglia al condominio, ai luoghi di lavoro, alla scuola, agli ospedali, ai centri di accoglienza, alle istituzioni civili.

La vita è misericordia
Chiunque si pone al servizio della persona umana realizza il sogno di Dio. Contagiare di misericordia significa aiutare la nostra società a guarire da tutti gli attentati alla vita. L’elenco è impressionante: “È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente” . Contagiare di misericordia significa affermare – con papa Francesco – che è la misericordia il nuovo nome della pace. La misericordia farà fiorire la vita: quella dei migranti respinti sui barconi o ai confini dell'Europa, la vita dei bimbi costretti a fare i soldati, la vita delle persone anziane escluse dal focolare domestico e abbandonate negli ospizi, la vita di chi viene sfruttato da padroni senza scrupoli, la vita di chi non vede riconosciuto il suo diritto a nascere. Contagiare di misericordia significa osare un cambiamento interiore, che si manifesta contro corrente attraverso opere di misericordia. Opere di chi esce da se stesso, annuncia l’esistenza ricca in umanità, abita fiducioso i legami sociali, educa alla vita buona del Vangelo e trasfigura il mondo con il sogno di Dio.

Roma, 22 ottobre 2015
Memoria di San Giovanni Paolo II



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