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Incontro di Bari. Le note d'Oriente che cantano l'anima

In vista dell’Incontro ecumenico del Papa, tre canti della tradizione cristiana orientale in programma a Bari diventano tre video di Vatican Media, che raccontano l’amore allo Spirito Santo, la devozione mariana, il desiderio di pace per il Medio Oriente. Ve ne proponiamo un’anteprima

Armonie della tradizione aramaica, melkita, caldea. Intonazioni che come poche sembrano tradurre l’anima in parole, la preghiera in melodia. Da settimane alcuni studenti di nazionalità siriana e irachena del Pontificio Istituto di Musica Sacra stanno perfezionando l’esecuzione degli inni che accompagneranno la preghiera del Papa con i Patriarchi orientali. Una giornata di “riflessione”, come ha ripetuto Francesco all’Angelus di domenica scorsa, sul tema della pace in Medio Oriente.

Canto e immagini per aiutare la preghiera

I brani di questa tradizione si inseriscono nel più ampio programma di canti del coro di circa 200 elementi allestito per l’occasione dall’arcidiocesi di Bari e diretto da don Maurizio Lieggi. Accanto a canti della tradizione locale – come quelli ispirati alla figura di San Nicola – si leveranno dunque note di particolare intensità spirituale. In particolare, la Congregazione per le Chiese Orientali, in collaborazione con la Cei, ha scelto di utilizzare tre inni dedicati alla pace, alla Vergine e allo Spirito Santo come base per dei video realizzati da Vatican Media, pensati per rafforzare l’intensità del canto con scene riguardanti il calvario dei cristiani in Siria - grazie al contributo offreto da Aiuto alla Chiesa che soffre - o sequenze del Papa raccolto in preghiera.

 

Le montagne portino pace

“Fa che cessino le guerre in tutta la terra”, invoca con le sonorità della liturgia caldea, il brano intitolato “Le montagne portino pace al tuo popolo”. Il brano, eseguito da suor Narjis Henti, dà voce al desiderio di unità “dei figli della Chiesa”, al bisogno di vedere esaudite “le preghiere di quelli che Ti chiedono”, fino alla richiesta finale di misericordia. Sempre nell’interpretazione di suor Narjis è il canto "Ave Regina Maria", struggente lode in aramaico alla “Figlia scelta dal Creatore” davanti alla quale “si inginocchiano i re e i profeti”. Il terzo canto è l’inno breve e potente dei Vespri di Pentecoste della tradizione melkita, eseguito a due voci da padre Hanna Kanaan e padre Wassim El Murr. Una salmodia grave e solenne al "Re celeste Consolatore" che termina con una richiesta e una speranza: “Salva, o Buono, le anime nostre”.

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

© www.vaticanews.va, mercoledì 4 luglio 2018

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