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Proporre le vocazioni nella Chiesa locale

"Quanti pani avete? Andate a vedere...". Questo è lo slogan che il Centro Nazionale Vocazioni ha scelto per vivere e animare la XLVIII Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà il prossimo 15 maggio, IV domenica di Pasqua.

foto slogan 2011.jpgÈ il Signore Gesù che provoca i suoi discepoli a riconoscere i doni che portiamo con noi, segni concreti del suo amore per l'umanità. Anche noi oggi siamo provocati da Gesù a metterci in gioco, a dire il nostro “Sì” carico di speranza e di fiducia nella sua Parola. Come cristiani, chiamati alla vita e alla speranza, siamo eletti ad annunciare al mondo la Buona Novella della Risurrezione, annuncio che ha cambiato la storia e che continua a trasformarla in Regno di Dio. Non siamo da soli in quest'opera: il Signore nell'Eucaristia ci dona la sua forza e la sua presenza. Giovanni Paolo II affermava nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale del 2004 al n. 3 che per evangelizzare il mondo c'è bisogno di apostoli esperti nella celebrazione, adorazione e contemplazione dell'Eucaristia.

Il Santo Padre ha voluto quest’anno aiutarci a riflettere su come proporre le vocazioni nella Chiesa locale; infatti scrive nel messaggio che Proporre le vocazioni nella Chiesa locale, significa avere il coraggio di indicare, attraverso una pastorale vocazionale attenta e adeguata, questa via impegnativa della sequela di Cristo, che, in quanto ricca di senso, è capace di coinvolgere tutta la vita.

Dobbiamo osare!

Il Documento “Nuove vocazioni per una nuova Europa” del maggio 1997 così esortava: Spesso ci si lamenta nella Chiesa della scarsità di risposte vocazionali e non ci si accorge che altrettanto spesso la proposta è fatta entro un cerchio ristretto di persone, e magari subito ritirata dopo un primo diniego. Giova qui ricordare il richiamo di Paolo VI: «Che nessuno, per colpa nostra, ignori ciò che deve sapere, per orientare, in senso diverso e migliore, la propria vita».(Paolo VI, Guardate a Cristo e alla Chiesa, Messaggio per la XV Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni) Eppure quanti giovani non si sono mai sentiti rivolgere alcuna proposta cristiana circa la loro vita e il futuro! [...] L'operatore vocazionale, a sua volta, annuncia, propone, scuote, con l'identica generosità; ed è proprio la certezza del seme deposto dal Padre nel cuore d'ogni creatura, che gli dà la forza d'andare ovunque e di seminare comunque il buon seme vocazionale, di non restare dentro gli spazi soliti e d'affrontare ambienti nuovi, per tentare approcci insoliti e rivolgersi a ogni persona.

Questo invito ci chiama a lavorare sempre di più perché ogni ragazzo, ogni ragazza possa trovare la sua strada per la felicità. L’accompagnare giovani al discernimento spirituale inizia dall’ascolto della Parola del Signore, dalla preghiera, dalla contemplazione frequente dell’Eucarestia; infatti scrive il papa nel messaggio la vocazione dei discepoli nasce proprio nel colloquio intimo di Gesù con il Padre. Le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata sono primariamente frutto di un costante contatto con il Dio vivente e di un'insistente preghiera che si eleva al "Padrone della messe" sia nelle comunità parrocchiali, sia nelle famiglie cristiane, sia nei cenacoli vocazionali.

Ma spesso sembra che la pastorale vocazionale sia in difficoltà, sia in crisi! Sembra che la voce del Signore sia soffocata da altre voci più forti e seducenti; Benedetto XVI - ancora nel messaggio - ci invita ad avere fiducia e ad incoraggiare e sostenere coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e alla consacrazione religiosa, perché sentano il calore dell’intera comunità nel dire il loro "sì" a Dio e alla Chiesa.

Certo anche oggi come per i discepoli, la proposta vocazionale è impegnativa ed esaltante, vuol dire – scrive il Papa - imparare a tenere lo sguardo su Gesù, a conoscerlo intimamente, ad ascoltarlo nella Parola e a incontrarlo nei Sacramenti; vuol dire imparare a conformare la propria volontà alla Sua.

Allora dinnanzi a questa esortazione accorata di Benedetto XVI, ciascuno di noi, non delegati o specialisti, tutti noi siamo chiamati ad avere a cuore il bene e il futuro dei ragazzi e delle ragazze della nostra Chiesa diocesana; occorre – scrive il papa nel messaggio - che ogni Chiesa locale si renda sempre più sensibile e attenta alla pastorale vocazionale, educando ai vari livelli, familiare, parrocchiale, associativo, soprattutto i ragazzi, le ragazze e i giovani - come Gesù fece con i discepoli – a maturare una genuina e affettuosa amicizia con il Signore, coltivata nella preghiera personale e liturgica; ad imparare l’ascolto attento e fruttuoso della Parola di Dio, mediante una crescente familiarità con le Sacre Scritture; a comprendere che entrare nella volontà di Dio non annienta e non distrugge la persona, ma permette di scoprire e seguire la verità più profonda su se stessi; a vivere la gratuità e la fraternità nei rapporti con gli altri, perché è solo aprendosi all’amore di Dio che si trova la vera gioia e la piena realizzazione delle proprie aspirazioni. 

“Quanti pani avete? Andate a vedere...”, questo invito al discernimento è oggi dato a te! Quanti pani hai da donare al mondo? Sì, anche tu hai qualcosa di importante da regalare alla gente! L’amore non si compra, come sostenevano i discepoli, lo si dona, lo si regala!

sac. Giacomo Fazio

Direttore Centro Diocesano Vocazioni

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