«Come città di Bari non dobbiamo mai dimenticare la nostra “vocazione” storica e geografica ad essere, nel Mediterraneo, spazio vitale per il dialogo e la pace»
Ad un anno dal 24 febbraio scorso, in Ucraina le sirene continuano a suonare. Ancora una volta un fratello ha alzato la mano contro il fratello e ne è scaturita una drammatica scia di morte, che non accenna a diminuire e di cui non si scorge, all’orizzonte, una via di soluzione.
Come cristiani, tuttavia, non possiamo perdere la forza dirompente del sogno di Isaia che, a distanza di millenni, profuma ancora di speranza: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra» (Is 2,4).
Come città di Bari non dobbiamo mai dimenticare la nostra “vocazione” storica e geografica ad essere, nel Mediterraneo, spazio vitale per il dialogo e la pace. Proprio in questi giorni ricorre il terzo anniversario di un memorabile e significativo incontro tenutosi a Bari dal 19 al 23 febbraio 2020, di cui furono protagonisti i Vescovi rappresentanti delle Conferenze Episcopali dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e delle Chiese Cattoliche Orientali del Medio Oriente. Papa Francesco, concludendo l’incontro, espresse con forza il ruolo della nostra città come luogo fecondo e generativo di dialogo e di unità nella Chiesa e nel Mediterraneo.
Come Chiesa di Bari-Bitonto, insieme a tutta la Puglia, balcone sul Mediterraneo, non possiamo e non dobbiamo lasciar cadere nel vuoto questo appello ad osare l’unità e la pace. La nostra fede ci dice che proprio nell’oscurità più tetra e nei luoghi apparentemente più privi di speranza possono rifiorire la speranza e la pace. Arrendersi alla logica della guerra talvolta sembra inevitabile, tuttavia non possiamo rimanere a guardare e, accanto al meraviglioso impegno di accoglienza e sostegno alle popolazioni colpite, siamo chiamati a mettere in campo un impegno di carattere culturale che aiuti noi e le generazioni che si affacciano sul palcoscenico della storia, a meglio interpretare e gestire il proprio impegno civico: la speranza non viene da eventi futuri ma nasce nel cuore dell’uomo.
Sono lieto, a tal riguardo, che la Facoltà Teologica Pugliese e l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, abbiano programmato, per il prossimo 14 Marzo, una giornata di riflessione che aiuti a scorgere le vie possibili perché Bari possa sempre più riscoprirsi “capitale dell’unità e dell’inclusione”. La presenza del Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, e quella di altri illustri studiosi e uomini di Chiesa saranno di aiuto a vivere una preziosa occasione di incontro e confronto.
La guerra è e rimane una follia e “non c’è alternativa alla pace per nessuno”, come ricordava Papa Francesco a conclusione dell’Incontro dei Capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente, tenutosi a Bari il 7 luglio 2018.
Parole che suonano di drammatica attualità, non solo in Ucraina ma anche in tutti quei luoghi del mondo in cui vi sono guerre sanguinose e spesso dimenticate. Tutto questo non può lasciarci indifferenti. Deve muovere, invece, i nostri cuori e i nostri passi perché sempre più possiamo riscoprirci operatori di pace, sapendo disarmare l’inimicizia e divenendo coscienza critica della storia.
✠ Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto