Gesù abolisce ogni sorta di sacro, poiché egli non era “sacro” come i sacerdoti, essendo un ebreo laico, non di stirpe sacerdotale, e poiché vedeva nelle leggi della sacralità una contraddizione alla carità, alla relazione così vitale per noi umani
Questa nascita prodigiosa testimonia che Giovanni è un uomo che soltanto Dio poteva dare a Israele: dono della misericordia di Dio, risposta a quanti, nella povertà, nell’umiltà e nella fede, avevano atteso con perseveranza per secoli la venuta del Messia, del Salvatore inviato da Dio. Ormai i tempi della nuova alleanza sono inaugurati, il precursore del Messia è presente e lo precede
Così è il regno di Dio: piccola realtà, ma che ha in sé una potenza misteriosa, silenziosa, irresistibile ed efficace, che si dilata senza che noi facciamo nulla. Il contadino non può fare davvero nulla: deve solo seminare il seme nella terra, ma poi sia che lui dorma sia che si alzi di notte per controllare ciò che accade, la crescita non dipende più da lui
La prossimità a Gesù non è decisa dal vincolo parentale ma si basa sull’ascolto della parola di Dio, sul realizzare la sua volontà, sul vivere la fraternità nel vincolo dell’amore quale figli e figlie di un unico Padre: Dio. Dobbiamo dunque chiederci: chi è veramente fuori e chi è dentro lo spazio di relazione e comunione con Gesù?
Gesù dona la sua intera vita ai discepoli che, mangiando quel pane e bevendo quel vino, si fanno partecipi della sua vita spesa e consegnata per amore. Così egli spiega in anticipo e in piena libertà, con gesti e parole, ciò che accadrà di lì a poco: la sua morte è un dono agli uomini e un’offerta a Dio
In Dio c’è ormai l’umanità del Figlio morto come uomo ma risuscitato nella forza dello Spirito santo, sicché non si può più parlare di Dio senza parlare dell’uomo e non si può più andare a Dio se non attraverso “la via” che è suo Figlio Gesù Cristo, uomo nato da Maria, vissuto tra di noi, morto e risorto nella nostra storia, il Signore veniente
Lo Spirito che procede dal Padre è anche lo Spirito del Figlio, inviato da lui e suo compagno inseparabile. E dopo che Gesù lo ha inviato dalla sua gloria presso il Padre, è il compagno inseparabile di ogni cristiano
Il Vangelo non può essere contenuto né in un popolo, né in una cultura, e neppure in un modo religioso di vivere la fede: gli inviati devono lasciarsi alle loro spalle terra, famiglia, legami e cultura, per guardare a nuove terre, a nuove culture, nelle quali il semplice Vangelo potrà essere seminato e dare frutti abbondanti
Che cosa fare come discepoli di Gesù? Credere all’amore, amare gli altri perché Dio ci ha amati per primo e non cedere mai alla tentazione di pensare che ci basti nutrire un amore di desiderio o di attesa per Dio: no, lo amiamo se realizziamo il comandamento nuovo dell’amore reciproco, a immagine di quello vissuto da Gesù
Ognuno di noi discepoli di Gesù è un tralcio che, se non porta frutto, viene separato dalla vite e può solo seccare ed essere gettato nel fuoco; ma se resta un tralcio della vite, se si nutre della sua linfa vitale, allora dà frutto e, per la potatura ricevuta dal Padre, darà frutto buono e abbondante!