Con oggi finiamo l’anno liturgico, vissuto in compagnia di Matteo, il pubblicano divenuto discepolo per il Regno, lo scriba che ha saputo tirar fuori dal suo tesoro cose vecchie e cose nuove.
Verrà, il Signore, nella pienezza dei tempi. Tornerà solo quando noi tiepidi discepoli saremo riusciti a costruire un pezzo di Regno, senza presunzione, senza chiusure, senza arroccamenti. Verrà e regnerà nella pienezza, su di noi che ora viviamo nella parzialità. In questo tempo fra ora e allora, possiamo diventare succursali del Regno, testimoni del risorto. Mettendo a frutto i doni che ci sono stati donati, mettendo a frutto i nostri talenti.
Oggi la parabola delle amiche della sposa che aspettano lo sposo ci da' la possibilità di riflettere su cosa sia la vita.
Le beatitudini non sono solo «benedizioni» e nemmeno delle «esortazioni». Sono invece affermazioni di una realtà che già esiste, ma che ha bisogno di una parola che la riveli. Attraverso le beatitudini Gesù manifesta in che senso il Regno di Dio, da lui annunciato come fattosi vicino, è presente.
Al centro ci stia l'amore, la Legge e i Profeti vengono dopo, dice il Maestro. Dopo anche nelle scelte ecclesiali che devono sempre e solo riferirsi a questo atteggiamento essenziale che è l'amore ricevuto da Dio, scoperto e donato
Cosa è essenziale alla vita?Cosa è essenziale alla fede? E alla fede cristiana?Come possiamo dire il cristianesimo a chi ne ha una percezione superficiale e frammentaria?
Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio. Un'affermazione che ci pone davanti allo scottante problema del rapporto della fede con le realtà del mondo e - fra queste - con la realtà politica
Nelle ultime domeniche ci siamo scontrati col dolore di Dio: Matteo non ha paura di indicare nella reazione dell’uomo la ragione ultima della (presunta e percepita) lontananza di Dio.
Gesù ha scelto, nel suo ministero, un messianismo fatto di tenerezza e di toni pacati, rifiutando il miracolo e preferendo il dialogo all’atto di forza
La durezza con cui il padrone se la prende con i piccini operai della prima ora ci lascia straniti e scossi. Di mezzo c’è la sopravvivenza degli operai dell’ultima ora, chiamati a lavorare poco tempo per ricevere il necessario per vivere, senza elemosine umilianti.