Francesco, nei saluti dopo l'udienza generale, torna ad invocare l’intercessione di Maria per la fine delle violenze in Ucraina. L’Europa costruisca “ponti di pace tra i popoli” e “includa le differenze e accolga chi bussa alle sue porte”, dice nella catechesi. E nel saluto ai polacchi si rivolge ancora alla Madonna per invocare per l'intera Europa "la perseveranza nella fede, l'unità e la cooperazione armoniosa, ma prima di tutto la pace, specialmente nella vicina Ucraina"
Rádio Renascença ha pubblicato oggi 2 maggio la prefazione del Papa al libro della giornalista portoghese Aura Miguel “Un lungo cammino verso Lisbona” (Um Longo Caminho até Lisboa - Bertrand Editora) che racconta dall’inizio il cammino delle Giornate mondiali della gioventù in vista del prossimo appuntamento nella capitale del Portogallo in agosto. Il testo in lingua portoghese sarà disponibile dal 4 maggio
Rosari, processioni, fiori. Perché? Da quando? Sul settimanale "Maria con te" risponde padre Gian Matteo Roggio che cita san Paolo VI: «A maggio le nostre suppliche trovano più facile accesso al cuore di Maria». E aggiunge: «Davanti al Covid, non dobbiamo convincerci che Dio ha cambiato opinione su di noi. La Madonna, capofila dei santi, ci invita ad alzare sguardo e cuore verso il cielo»
Dal Medioevo alla tradizione nata nel collegio romano dei Gesuiti per contrastare l’immoralità diffusa tra gli studenti fino alla devozione di San Filippo Neri e al magistero dei Papi, la storia di una delle devozioni popolari più amate e diffuse
È il patrono dei papà ma anche di falegnami, ebanisti e carpentieri. Si festeggia il 19 marzo ma Pio XII nel 1955 volle ricordare il patrono di artigiani e operai anche il 1°maggio, nel giorno della festa dei lavoratori. Nel Vangelo Gesù è chiamato “il figlio del carpentiere” e ricordare il Santo in questo giorno significa per la Chiesa riconoscere la dignità del lavoro umano come dovere dell’uomo e prolungamento dell’opera del Creatore
Quella di don Antonio Eboli, parroco di Stella Maris a Palese, è una storia che sembra scritta da uno sceneggiatore. Sacerdote 'pop' decisamente lontano dall'Immagine classica del reverendo che predica dal pulpito, don Antonio è un ex attore professionista che con la sua passione è riuscito a creare una comunità vivace e fresca, ricca di giovani.
L’appello del Papa al Regina Caeli dopo la Messa in piazza Kossuth Lajos, a Budapest. Il Pontefice prega la Madonna e a Lei affida i popoli ucraino e russo “a Te consacrati”. Poi l’invito ai responsabili delle nazioni: “Costruire la pace”
Francesco incontra le ragazze e i ragazzi dell'Ungheria nel pomeriggio della seconda giornata del suo viaggio apostolico a Budapest. Tra loro prende forma un dialogo caloroso e sincero: i giovani raccontano al Papa la ricerca di Dio e di una vita autentica e felice, Francesco indica la via: oltrepassare i propri interessi e come Gesù mettersi in gioco per servire i fratelli
Il Papa a Budapest incontra gli ultimi, ascolta le testimonianze e indica alla Chiesa tutta la necessità di nutrire “stomaco e cuore delle persone”. La fede, raccomanda, non sia “preda di una sorta di egoismo spirituale” a misura della propria tranquillità interiore. Vera fede è quella che scomoda e fa uscire incontro ai poveri
Otto storie di speranza e di coraggio raccontate con video pensati per target di pubblico differenti: mettono in luce il valore della gratuità e gli sforzi della Chiesa italiana
Il messaggio di Francesco ai partecipanti a un convegno sul Metodo Billings: il valore della corporeità, la visione integrata e integrale della sessualità umana, della cura della fecondità dell’amore
Le quattro testimonianze offerte al Papa nel corso dell’incontro nella basilica di Santo Stefano a Budapest con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali ungheresi. Un anziano sacerdote fratello di un martire beato e un prete greco-cattolico speaker radiofonico e padre di sei figli, insieme ad una giovane suora domenicana e una catechista laica. "Siamo strumenti di Dio per mostrare alla nostra gente la gioia del Vangelo"
Nel primo discorso a Budapest, durante l’incontro con le autorità civili ungheresi, Francesco mette in guardia dalla “via nefasta delle colonizzazioni ideologiche” e dal ruggito dei nazionalismi che dimenticano la vita dei popoli. Poi il monito contro “cultura gender” e “diritto all’aborto” e l’invito all’accoglienza di chi fugge da guerre e cambiamenti climatici: “Lavorare a vie sicure e legali, è una sfida epocale che non si arginerà respingendo”
Nel suo incontro con il clero ungherese nella concattedrale di Santo Stefano di Budapest, Francesco mette in guardia dalla mondanità della Chiesa e dal chiacchiericcio, esortando a "trasmettere la consolazione del Signore nelle situazioni di dolore e di povertà del mondo". Ricorda poi i grandi Santi ungheresi del passato: da loro l'esempio per una pastorale di vicinanza e misericordia
Nel messaggio per la 60.ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 30 aprile, Francesco parla della risposta a una chiamata di fede: un cristiano “si lascia interpellare dalle periferie esistenziali ed è sensibile ai drammi umani”. Per una missione che è sempre “opera di Dio” e “non si realizza da soli, ma nella comunione ecclesiale”
All'udienza generale il Papa prosegue le catechesi sui testimoni dello zelo apostolico, citando in particolare l'esempio del santo armeno Gregorio di Narek e lodando la preghiera e il lavoro quotidiano delle comunità monastiche: "Il loro è un cuore che, come un’antenna, prende cosa succede nel mondo e prega per questo". Il Pontefice chiede di pregare per la "martoriata Ucraina" e ricorda la testimonianza dei martiri polacchi: "Stimoli al coraggio nel servizio a Dio"
La partecipazione alla Messa settimanale crolla anche fino al 5 per cento. Ma reggono i riti di passaggio: battesimo, prima comunione, cresima, matrimonio, funerali religiosi. Gli italiani sono sempre più «credenti non praticanti». La spiritualità si secolarizza. Quali sono le risposte delle Chiese? La casa editrice Effatà pubblica uno studio del sociologo e sacerdote Luigi Berzano
Omelia del card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei, durante la concelebrazione eucaristica che ha presieduto nella cattedrale di Molfetta in occasione del 30° anniversario della morte del venerabile Antonio Bello
La diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ricorda il suo vescovo, scomparso il 20 aprile 1993, con una Messa celebrata alle 19 in cattedrale dal cardinale Zuppi, presidente della Cei. Don Vito Bufi, responsabile della pastorale, ordinato dal venerabile don Tonino: “Ha saputo mettersi in dialogo con tutti al servizio del mondo, e pregava e scriveva di notte, nella cappella dell’episcopio, perché di giorno si dedicava all’incontro con la gente”
All’udienza generale il Papa parla della testimonianza dei martiri, che non sono eroi ma cristiani maturi nella fede e che oggi, ripete, sono più numerosi che nei primi secoli. Fra loro il Pontefice ricorda le missionarie della carità uccise nello Yemen. Al termine il nuovo invito alla preghiera per l'Ucraina "che continua a sopportare terribili sofferenze"
Su L'Osservatore Romano, la riflessione pasquale del Patriarca ecumenico di Costantinopoli
Uno stimolo per tutti a riflettere sulle ferite dei nostri tempi, a partire dalla situazione dei migranti, che continuano a morire in mare in cerca di futuro, e del contrasto al fenomeno della povertà. È l'interrogativo che risuonerà anche nel 43° Convegno nazionale delle Caritas diocesane a Salerno dal 17 al 20 aprile “Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni”
Al termine dell'udienza generale, Francesco ricorda l'enciclica di pace di Giovanni XXIII pubblicata sessant'anni nel pieno delle tensioni della Guerra fredda: "Fu uno squarcio di sereno in mezzo a nubi oscure. Il suo messaggio è attualissimo". Il Pontefice chiede poi di pregare per la "martoriata Ucraina" che soffre e invoca la "misericordia di Dio", in vista della Domenica ad essa dedicata, per un "mondo sempre più provato dalle guerre" che "si allontana da Dio"
Nel tradizionale messaggio per la benedizione di Pasqua, Francesco invoca il dono della pace per l’Ucraina e che i prigionieri possano tornare a casa. Quindi chiede a Dio: “Effondi la luce pasquale sul popolo russo”. Preghiere per Siria, Libano e Terra Santa e l’appello per la giustizia ai Rohingya e il conforto per le vittime del terrorismo in Africa. Il Pontefice affida al Signore “i cristiani che oggi celebrano la Pasqua in circostanze particolari, come in Nicaragua e in Eritrea”
La celebrazione mariana, che per tradizione si svolge la mattina del Sabato Santo - a Roma anzitutto nella basilica di Santa Maria Maggiore - si ispira al rito bizantino e intende far rivivere, con salmi, letture e inni il dolore e la grande fede della Vergine nell’attesa della Resurrezione di Gesù
La riflessione di Benedetto XVI durante la sua visita a Torino nel 2010: «Il nascondimento di Dio fa parte della spiritualità dell’uomo contemporaneo, in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di più. La Sindone ci parla esattamente del momento in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte»
Le meditazioni di quest’anno sono testimonianze di uomini e donne di varie regioni del mondo che vivono violenze e povertà ascoltate dal Papa durante i suoi viaggi apostolici e in altre occasioni. Gli afflitti dalle guerre e dalle ingiustizie del mondo sono ancora una volta i protagonisti della Via Crucis al Colosseo
Per dodici volte il Papa versa dell’acqua sui piedi di 10 ragazzi e 2 ragazze del carcere minorile di Casal del Marmo. Per dodici volte li asciuga con un drappo bianco...
Alla Messa crismale del Giovedì Santo in San Pietro, Francesco parla della vocazione sacerdotale e delle prove che essa può subire: è necessario abbandonarsi allo Spirito e lasciare che la propria vita profumi della sua presenza, senza lasciarsi andare alla mediocrità e ai compromessi
Al sacerdote è affidata, tra le tante, una sfida che oggi rappresenta un vero e proprio segno dei tempi. In questo tempo che per la Chiesa assomiglia molto alla primavera in cui tutto fiorisce o tutto gela in un attimo, prendere sul serio i propri fratelli e sorelle, come diceva il messaggio già ricordato, vuol dire accompagnarli a riconoscere la Voce che chiama alla pienezza della vita perché diventi a sua volta un dono. Vuol dire tornare ad annunciare a tutti una visione responsoriale dell’esistenza; come direbbe il compianto don Tonino Bello: “Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima. Mordete la vita!"