Il Vangelo contesta ogni legame familiare che possa relativizzare il legame con il Signore e l’obbedienza a lui. La festa della santa famiglia in verità ci interroga sul concetto che noi cristiani abbiamo della famiglia, concetto purtroppo più debitore verso la tradizione che verso l’annuncio fatto su di essa dal Vangelo
L'evento del Natale ci riguarda e si fa parola per noi: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito". A questa parola di un amore inaudito, al limite dello scandalo, si può rispondere solo con la fede
La gloria, il peso di Dio si manifesta nel suo agire nel mondo, anche se egli è Santo ed è nel più alto dei cieli, nel suo dare la pace all’umanità che egli ama. Ecco la buona notizia del Natale: Dio ci ama a tal punto da aver voluto essere in Gesù Cristo, nato nell’umiltà e nella povertà, uno di noi, tra di noi, uguale a noi, un uomo come noi
Il racconto della Visitazione dà le vertigini: il Messia Gesù, non ancora nato ma presente nel grembo della madre Maria, incontra il precursore Giovanni, profeta presente egli pure nel grembo della madre Elisabetta e, riconosciuto, causa gioia ed esultanza. Avviene l’incontro con il Cristo da parte di tutta la profezia che lo ha preceduto, che discerne la venuta del Veniente tanto desiderato; e questo riconoscimento provoca la danza adorante e gioiosa per il compimento delle promesse di Dio. Tutto questo accade nell’incontro umanissimo tra due donne, che parlano l’una all’altra, si ascoltano e si rallegrano lodando Dio
Ciò che Giovanni il Battista chiede nella sua predicazione appartiene alla vita quotidiana. Affinché il popolo sia preparato all’incontro con il Veniente, egli non richiede di fare sacrifici e olocausti, di recarsi più volte al tempio per partecipare alle solenni liturgie, di rispettare calendari liturgici o di fare particolari digiuni, ma chiede azioni umanissime. Chiede di assumere comportamenti quotidiani, nelle relazioni con gli altri: condivisione, giustizia, non violenza. Ecco dove si mostra concretamente la conversione, la metánoia.
L’immersione nel Giordano, segno della volontà di conversione, è strettamente legata alla remissione dei peccati per opera di Dio. È l’amore preveniente di Dio a causare in noi la conversione. Se predisponiamo tutto per ricevere questo amore, allora il dono del perdono dei peccati opera ciò che nessuno di noi potrebbe operare: i nostri peccati sono cancellati da Dio, che ci guarda come creature irreprensibili perché giustificate dalla sua misericordia. Questo è il Vangelo, la buona notizia che comincia a risuonare nel deserto per opera di Giovanni il Battista
Maria ha dovuto imparare a diventare spazio per Dio, in modo da poter essere in grado di portare la Parola in se stessa, di nutrire Dio nel seno del suo essere
Noi cristiani aspettiamo davvero l’evento della venuta nella gloria del Signore Gesù oppure non ci crediamo, lo consideriamo un mito? Ma è su questa venuta che si decide la nostra fede cristiana, la quale non è solo un’etica nello stare al mondo, non è solo l’adesione a una storia di salvezza, ma è speranza certa della venuta del Signore: colui che è venuto nella debolezza della carne umana a Betlemme, verrà gloriosamente nella pienezza di Dio e Signore, per fare cielo e terra nuovi
Gesù è un “Re al contrario”, non ha il potere mondano, la gloria dei re della terra. Proprio nella nudità di un uomo trattato come schiavo, torturato, flagellato, financo incoronato di spine, si rivela quale unico e vero Re di tutto l’universo, con una gloria che nessuno può strappargli: la gloria dell’amore vissuto e mai contraddetto
Se il credente sa leggere la storia, aderendo alla realtà quotidiana della vita umana e ascoltando la parola di Dio che sempre risuona nel suo oggi, allora sarà pronto per l’ora della venuta temibile e misericordiosa del Signore: un’ora che solo il Padre conosce, un’ora in cui i figli di Dio dispersi saranno finalmente una comunione, che non conoscerà più né morte, né male, né peccato