Nell’andarsene Gesù ci insegna l’arte di “lasciare la presa”: se ne va senza ansia per la sua comunità e per il suo destino, ma anzi con la fiducia che c’è lo Spirito, il Consolatore e Difensore. Lo Spirito santo agirà nella comunità da lui lasciata; insegnerà molte cose necessarie e che egli stesso, Gesù, si era inibito di insegnare perché la comunità non era pronta a comprenderle; darà ai discepoli una forza e tanti doni che essi non possedevano. “Lo Spirito santo vi insegnerà ogni cosa e vi farà ricordare tutto ciò che io vi ho detto”: promessa, questa, che vediamo realizzata nella vita della chiesa e nella nostra vita, nelle nostre storie
C’è nell’amore cristiano una forma, uno stile determinato da Gesù e da lui testimoniato nei vangeli. Se Gesù è maestro, lo è soprattutto nell’arte dell’amare. È facile parlare di amore o credere di vivere l’amore, ma viverlo come lo ha vissuto Gesù, a prezzo del dono della vita, è arte, è un capolavoro di amore, quindi è manifestazione della gloria di Dio che è gloria dell’amare. Il discepolo di Gesù, infatti, non si distingue perché prega, perché fa miracoli, o perché ha una sapienza raffinata: no, si distingue perché ama, ama gli altri come Gesù li ha amati, “fino all’estremo”
“Nessuno strapperà le mie pecore dalla mia mano”: queste parole del Signore Gesù Cristo sono e restano, anche nella notte della fede, anche nelle difficoltà a camminare nella notte, ciò che ci basta per sentirci in relazione con lui. Se anche volessimo rompere questa relazione e se anche qualcuno o qualcosa tentasse di romperla, non potrà mai accadere di essere strappati dalla mano di Gesù Cristo. Niente o nessuno, infatti, ci potrà mai separare dall’amore di Cristo
La “seconda conclusione” del vangelo secondo Giovanni è straordinaria perché non è tentata di raccontare fatti straordinari o sovrumani riguardanti Gesù risorto, ma vuole dirci solo la sua presenza discreta, elusiva, fedele e paziente in mezzo alla sua comunità. In essa emergono le due figure di Pietro e del discepolo amato. A Pietro spetta seguire Gesù, non mettere la mano sul discepolo amato dal Signore, che resta misteriosamente presente nella chiesa. Chi è visionario e vede con gli occhi di Cristo riconoscerà il Signore, mentre Pietro resta uno che non ha saputo riconoscere il Risorto se non su indicazione del discepolo amato, che rimane
La Seconda Domenica di Pasqua è anche la festa «della Divina Misericordia». E' una bella realtà della fede per la nostra vita: è la misericordia di Dio per noi! E' un amore così grande, così profondo quello di Dio verso di noi, che non viene meno, sempre afferra la nostra mano e ci sorregge, ci rialza, ci guida
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: "Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Non ci sono parole. Quali parole potremmo inventare noi, miseri mortali, quando la Parola fatta carne si tramuta in "forte grido" e poi si spegne nel silenzio buio e gelido della morte? Non ci resta allora che "tacere e adorare"; non ci resta che "adorare e aderire".
Oggi, Giovedì Santo, in mattinata, in tutte le cattedrali della Chiesa nel mondo, ogni vescovo raduna, in modo particolare, tutti i sacerdoti della sua Diocesi, per quella suggestiva celebrazione definita 'Messa del Crisma', ossia la benedizione degli Oli sacri: dei catecumeni, degli infermi e del Sacro crisma.
Per Luca la passione è l’ora dell’estrema tentazione satanica che assale Gesù, assale i discepoli e quindi anche la chiesa. Gesù sa vincerla con la preghiera, mentre lo stesso non può dirsi di Pietro e degli altri Undici, della chiesa… In questo vangelo vi è un accento particolare posto sul perdono che Gesù sa dare anche in quest’ora, l’ora dei suoi nemici, l’ora che egli stesso definisce come quella delle tenebre. Guardando a Gesù crocifisso, l’unica autentica contemplazione cristiana, si può passare dalla contemplazione al pentimento e alla conversione, che è sempre un ritorno sulle sue tracce
Chiamato a scegliere tra il castigo per l’infrazione della Legge e la misericordia, Gesù sceglie la misericordia senza contraddire la Legge. Quest’ultima è essenziale quale rivelazione della vocazione umana che Dio ci rivolge; ma una volta che il peccato ha infranto la Legge, a Dio resta solo la misericordia, ci insegna Gesù. Nessuna condanna, solo misericordia!