L’operazione più difficile, per Tommaso come per noi, sta proprio nel vedere nei corpi piagati la potenza di una trasfigurazione che fa delle piaghe delle cicatrici luminose e piene di senso: non più segno di morte o di peccato, ma segno di guarigione e di vita per sempre
Ecco come noi possiamo essere testimoni di questo evento: se lo lasciamo accadere in noi; se permettiamo a Cristo di risorgere in noi, di operare il bene attraverso di noi, di continuare a lottare contro il male, l’egoismo, la cattiveria che c’è dentro e fuori di noi.
È questa la notte che non conosce tramonto in cui tempo ed eternità si uniscono, in cui vorremmo che la nostra flebile voce diventasse squillo per dire a tutti la nostra felicità di essere chiesa, depositari e mandatari di una notizia che può restituire gioia a tutta l'umanità: La Morte è vinta e dunque la nostra vita non è inutile, non è un "vuoto a perdere".
Gesù ha vissuto la propria fine nella libertà. Avrebbe potuto fuggire prima che gli eventi precipitassero, avrebbe potuto smentire quanto fatto e detto fino ad allora. E invece è rimasto fedele alla missione ricevuta da Dio, ha continuato a realizzare la volontà del Padre, anche a costo di andare incontro a una fine ignominiosa. E questo perché sapeva che solo così poteva amare Dio e gli uomini fino alla fine.
La morte di Gesù insegna agli uomini che l’amore vero è quello che accetta di portare il peso della colpa altrui. La croce è il prezzo della fedeltà all’amore di Dio e alla sua misericordia per tutti i peccatori.
Lo sguardo di Giovanni sulla passione e morte di Gesù ci appare quasi insostenibile, eppure è lo sguardo che ci permette di vedere in una storia di morte una storia di amore, una storia gloriosa dell’amore umano vissuto da Gesù, che così ha narrato una volta per tutte l’amore di Dio
Ormai il luogo dell’incontro con Dio è il corpo di Gesù, il luogo del vero culto a Dio è Gesù. I sacrifici animali sono finiti per sempre, Gesù è la vera vittima del sacrificio: sacrificio secondo Dio, infatti, è dare la vita per gli altri e offrire il proprio corpo per amore.
Nel mistero della trasfigurazione risuona l’invito decisivo per ogni discepolo di Gesù: occorre ascoltare lui, il Figlio, non le proprie paure, non i propri desideri, non le proprie immagini e proiezioni su Dio. Ormai anche per vedere e ascoltare Dio occorre vedere e ascoltare Gesù.
Gesù è costantemente tentato, per quaranta giorni, senza mai cedere a una visione trionfalistica della venuta del Regno. Nella sua profonda umiliazione, testimonianza della sua tentazione vera, reale (non un teatrino esemplare per noi!), Gesù fa pace tra cielo e terra
Sono già varie domeniche che Marco ci sta raccontando la guerra senza quartiere di Gesù contro il male, contro ogni specie di male; a favore dei malati, di ogni malato.