"Erano le nostre colpe che sopportava... il castigo che ci ridona la pace è su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti, eravamo sbandati, come pecore, ognuno perso per la sua strada, jahvè ha fatto ricadere su di lui le colpe di noi tutti... Ed egli taceva" (Is. 53, 4-7). Sono parole che la Chiesa in questi giorni ci ripete spesso, adagio, a brani, perché noi possiamo lasciarle scorrere come olio dentro di noi, prenderne coscienza e interiorizzarle.
"Fate questo in memoria di me" significa: fate anche voi come ho fatto io. Giovanni lo dice apertamente: "da questo abbiamo conosciuto il suo amore: egli ha dato la vita per noi. Anche noi,, perciò, dobbiamo spendere la vita per i fratelli " (1 Gv. 3, 16).E' questa l'Eucaristia che crea la comunità e fa la Chiesa, come spiga cresciuta da quel chicco di grano caduto in terra e morto e che ha portato molto frutto. E' questa la Pasqua della Chiesa, con la quale ci apprestiamo a celebrare la Pasqua di Cristo e la nostra pasqua.
Dov’è finita – viene da chiedersi – la forza di Gesù, la potenza con cui egli liberava dalla malattia e dalla morte quanti ne erano segnati? “Ha salvato altri, non può salvare se stesso!” (Mc 15,31) – lo scherniscono i suoi avversari…
Gesù annuncia con una similitudine l’ora in cui tutte le genti potranno vederlo e incontrarlo: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”
In questo cammino verso la Pasqua, il nostro sguardo sia rivolto a Gesù innalzato in croce, come ci invita a fare il discepolo amato: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”
la dimora di Dio non si trova più nel tempio di Gerusalemme, ma il corpo di Gesù è la vera dimora di Dio. Il luogo dove tutti gli uomini possono incontrare Dio è Gesù, un uomo, una carne umana che è anche la Parola di Dio, il Figlio stesso di Dio
Ad attualizzare il messaggio della trasfigurazione ci aiuta S. Paolo. L’apostolo lo sa e lo dice: soltanto nell’ultimo giorno il nostro povero corpo sarà trasfigurato per essere pienamente conformato al corpo glorioso di Cristo. Ma è già al presente che la vita di Gesù si manifesta nella nostra carne mortale, e la trasfigurazione di Gesù si compie in noi ogni giorno
Inizia il tempo di Quaresima, un tempo di grazia offerto al cristiano, un’occasione di conversione, di ritorno a Dio: si tratta di distogliere i nostri sguardi dai molti idoli che ci seducono, per volgerli all’unico Signore. È dunque un tempo di lotta spirituale, di unificazione di sé, di verità verso se stessi e verso Dio; e tutto nel cammino della conversione
Gesù va fino in fondo: ha visto la fede dei barellieri del paralitico, e quella fiducia gli basta, oltre che a trasmettere il perdono di Dio a quel povero infermo, anche a restituirgli la salute fisica. Così la guarigione del corpo diventa il segno e la prova del potere del Figlio dell’uomo di rimettere i peccati sulla terra.
Il Signore si commuove davanti al nostro male, perché è Dio e non uomo (cfr. Os 11,9), proprio come freme di commozione una mamma che non può “non commuoversi per il frutto delle sue viscere” (Is 49,15).