Tema dominante di questa domenica: Dio non ci abbandona, né si dimentica di noi. La prima lettura del profeta Isaia ci dà addirittura un dato… autobiografico di Dio: ci tiene talmente a noi che se anche una madre può dimenticarsi di suo figlio " io invece non ti dimenticherò mai!" .
In continuità con il brano evangelico di domenica scorsa, ascoltiamo oggi le ultime due cosiddette «antitesi» stabilite da Gesù tra l’interpretazione riduttiva della Legge e la novità della sua proposta, che sa risalire all’intenzione di Dio stesso.
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento».
«Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo». Questi due piccoli detti che seguono le beatitudini sono – è importante ricordarlo – posti in bocca a Gesù, colui che solo ha potuto dire di sé: «Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nella tenebra» (Gv 8,12).
La chiesa ci chiama oggi a meditare sulle beatitudini pronunciate da Gesù in apertura del suo «discorso della montagna» (Mt 5,1-7,27).
Ascoltiamo oggi la narrazione dell’inizio del ministero pubblico di Gesù secondo l’evangelista Matteo.Come già in Marco, questo inizio avviene dopo il battesimo ricevuto da Gesù al Giordano (cf. Mt 3,13-17) e le tentazioni da lui affrontate vittoriosamente nel deserto (cf. Mt 4,1-11).
"Giovanni il Battezzatore", che ha accompagnato la nostra attesa del Veniente durante l’Avvento e che domenica scorsa abbiamo incontrato al battesimo di Gesù, oggi si manifesta quale "testimone di Gesù Agnello-Servo di Dio e Figlio di Dio".
Gesù stesso diede una spiegazione di ciò che successe per lui nel battesimo del Giordano. Di ritorno dal Giordano, nella sinagoga di Nazareth applicò a se stesso le parole di Isaia: "Lo Spirito del Signore è sopra di me: Mi ha consacrato con l'unzione...". Lo stesso termine di unzione usa Pietro nella seconda lettura, parlando del battesimo di Gesù: "Dio ha unto di Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth".
Epifania significa manifestazione. Manifestazione della luce, del "sole di giustizia che sorge dall'alto per rischiarare i popoli ancora immersi nelle tenebre e nell' ombra di morte".
La liturgia della seconda domenica dopo Natale ci ripropone, come Vangelo, il prologo di San Giovanni; una delle pagine più belle, non solo della Bibbia, ma di tutta la letteratura religiosa, e non solo quella.