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Le Chiese Patriarcali

Nei primi secoli cristiani, quelle Chiese che conservavano una più forte memoria della fondazione da parte di un apostolo, godevano di maggiore autorevolezza.

Così si svilupparono le grandi sedi apostoliche, con stima e rispetto reciproco. Il Concilio di Nicea (a. 325) riconosce: Roma, Alessandria e Antiochia. Il loro rango era riconosciuto anche nell’ordine civile. Alla Chiesa di Gerusalemme si riconosce un ruolo onorifico speciale. San Pietro ha fondato la Chiesa di Antiochia e di Roma; in suo nome, il discepolo san Marco ha fondato la Chiesa di Alessandria.

Nel Concilio di Costantinopoli (a. 381) si inserisce la sede imperiale, «perché tale città (Costantinopoli) è la nuova Roma».

Si afferma così la Pentarchia, i cinque Patriarchi di Roma, Gerusalemme, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli.

Il Vescovo di Roma secondo la visione cattolica, svolge sin dai primi secoli un ruolo storico di mediazione e di unità ecclesiale.

Ma ogni Patriarca, anzi ogni Vescovo, fin dall’antichità si sentiva coinvolto nella sollecitudine di tutta le Chiese.

In tempi più recenti, per motivi storici, si sono aggiunte altre sedi patriarcali.

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