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Editoriali

I Domenica di Quaresima anno A. La lotta contro le tentazioni

Il tempo della Quaresima è un tempo di prova, di lotta, di resistenza alle tentazioni che ci assediano, è un cammino nel deserto orientato al dono di Dio, all’incontro con lui. Per questo nella prima domenica di questo tempo liturgico ci viene svelata la realtà della tentazione subita da ogni essere umano, subita da Gesù stesso, anche lui “figlio di Adamo”. Gesù ha vinto le tentazioni, ma non è stato esente da esse, perché nella sua umanità vera e concreta c’era la fragilità, la debolezza della “carne”

VIII Domenica del Tempo Ordinario anno A. Non potete servire Dio e Mammona!

Il discepolo deve scegliere, senza tentare compromessi, sulla base di un discernimento che impone un aut aut: o il servizio al Dio vivente e liberatore, oppure la schiavitù al dio Mammona, alla ricchezza che aliena e acceca. Non si può appartenere a Dio e al denaro, non si può sperare nell’uno e nell’altro, non si può avere fede nell’uno e nell’altro

VII Domenica del Tempo Ordinario anno A. L’amore per il nemico

Questa è la “differenza cristiana”, la differenza del discepolo di Gesù rispetto a giudei o pagani, indifferenti o non credenti. Amare l’altro nella sua irriducibile alterità, al di fuori di ogni logica di reciprocità, che richiede il contraccambio e il riconoscimento reciproco dei diritti. Spetta dunque al cristiano vincere la paura del diverso, avere il coraggio di opporre il bene al male, assumere un comportamento pieno di amore gratuito verso i nemici, chiedere a Dio il bene, la felicità, la vita dell’aggressore

V Domenica del Tempo Ordinario anno A. Sale della terra e luce del mondo

Essere sale e luce non può mai essere per il cristiano e per la comunità cristiana nel suo insieme un dato acquisito una volta per tutte, una garanzia, ma è sempre un evento di grazia che avviene quando c’è obbedienza del credente e della comunità alla parola del Signore Gesù, quando si custodisce e si realizza la parola del Vangelo

IV Domenica del Tempo Ordinario anno A. Beati!

Cerchiamo di ascoltare con semplicità le beatitudini, leggendole e rileggendole più volte, nella fede che la parola di Dio contenuta in esse può raggiungere senza commenti il nostro cuore e concederci non una conoscenza intellettuale, ma una sovraconoscenza, nell’adesione a Gesù, nella speranza che solo lui può innestare in noi, nella carità che è il suo Spirito santo effuso nei nostri cuori. Ogni nostra lotta per vivere le beatitudini è stata iniziata da Gesù Cristo stesso, che ce ne ha dato l’esempio: è lui il primo a cui sono indirizzate le beatitudini

III Domenica del Tempo Ordinario anno A. Convertitevi!

“Convertitevi!” è stata una parola di Giovanni il Battista, di Gesù, di Pietro, ed è la prima parola che la chiesa deve rivolgere a quanti incontra. Il Regno avviene là dove uomini e donne permettono a Dio di regnare in loro attraverso la conversione. Per costoro il regno di Dio si è avvicinato, può essere realtà già qui sulla terra, dove Dio regna. Il Regno è annunciato, anzi offerto da Gesù come una realtà che il credente può accogliere: basta che lasci regnare Dio su di sé, ed ecco che il regno di Dio è inaugurato

II Domenica del Tempo Ordinario anno A. Riconoscere e rendere testimonianza a Gesù

Non dobbiamo mai pensare di avere una conoscenza, un’immagine di Gesù nostra definitivamente acquisita, ma dobbiamo sempre rinnovarla con l’assiduità al Vangelo. Altrimenti, se prevalgono le nostre proiezioni su di lui, anche Gesù può essere per noi un idolo. Non basta affermare: “Ciò che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Gesù”, occorre che sia il Gesù che è Vangelo e il Vangelo che è Gesù!

Epifania del Signore. L’Epifania, manifestazione dell’anti-regalità di Gesù

I sapienti delle genti, i magi, “al vedere il bambino e sua madre” contemplano non quello che avevano tanto atteso e cercato, ma altro. E come convertiti, mutati nella loro mente e nel loro cuore, riconoscono la regalità nell’anti-regalità, la regalità potente e universale nella debolezza umana, in un infante incapace di parlare e di essere eloquente con la parola. Essi capiscono e giungono alla fede, pur non avendo né la rivelazione né le sante Scritture. Poi fanno ritorno al loro paese attraverso un altro cammino, cioè un altro modo di pensare e di vivere

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