Video-Messaggio di Auguri di Buon Natale
Messaggio di auguri di S.E. Mons. Francesco Cacucci alla Comunità Diocesana per il Natale 2013
Messaggio di auguri di S.E. Mons. Francesco Cacucci alla Comunità Diocesana per il Natale 2013
Il falegname di Nazaret è grande perché davvero grande è la sua fede. Credere, per questo uomo umile, disponibile e fedele è lasciar fare a Dio; non è solo desiderio di servire il Signore, e neanche solo di attendere la sua venuta, è disponibilità a lasciarsi sorprendere da lui.
Perché la Chiesa ci ripropone quella sua domanda in questo tempo di Avvento? È ovvio che noi aspettiamo di celebrare nel prossimo Natale la venuta di Gesù come colui che è il Messia-Cristo, ma la domanda che ci dobbiamo porre è: che specie di Messia noi crediamo che sia Gesù? In altre parole, il nostro tipo di Messia corrisponde alla vera identità di Gesù?
Celebriamo oggi come comunità ecclesiale il mistero dell'Immacolata Concezione di Maria; e con questo intendiamo che Maria entra, prima ancora del Battesimo nel nome della Trinità, sotto l'effetto dello stesso Battesimo
La Chiesa, invitandoci a preparare l'anniversario del Natale del Signore, ci orienta verso la sua ultima venuta, di cui noi continuiamo a rimanere in attesa. Pertanto la liturgia non si limita a ricordare il passato; ci dischiude un futuro ancora più radioso: colui che è venuto, verrà ancora.
Sulla croce la regalità di Cristo riceve l'ultima smentita e insieme l'affermazione più solenne. Per ben tre volte viene rivolta al re-crocifisso la sfida condita di scherni e di insulti: "Salva te stesso!".
Questo scenario drammatico permette a Gesù di rivelare l'altro verso della storia: "dare testimonianza". "Testimonianza" traduce la parola "martirio": il discepolo autentico del Signore non lo si vede nella celebrazione liturgica e la sua fede non la si può misurare neanche nell'ora del servizio ai poveri. Il cristiano vero è colui che dona la vita come il suo Signore e a causa del suo nome; è il seguace di Cristo che paga con il sangue la fedeltà alla sua sequela.
La vita che Dio ci prepara non è un semplice abbellimento o aggiustamento della vita che conosciamo. E neppure l'eliminazione delle storture più evidenti. Il nuovo supera la nostra immaginazione perché Dio ci stupisce continuamente con il suo amore. Quello che accade è esattamente il contrario di quello che si aspettavano i sadducei. Non è questa vita a fare da riferimento all'eternità, ma l'eternità a trasfigurare e a offrire una rotta diversa alla nostra esistenza.
Gesù accoglie Zaccheo prima della sua conversione. Non è la conversione che determina la simpatia di Gesù, ma è la previa simpatia di Gesù che provoca la conversione.
Dopo aver contemplato nella festa della comunione dei santi la Gerusalemme celeste, la sposa dell’Agnello tutta bella perché resa santa dal Signore (cf. Ap 21,2), oggi siamo invitati dalla chiesa a fare memoria dei morti. Festa di tutti i santi e memoria dei morti sono un’unica grande festa in cui si celebra il mistero della vita eterna in Dio e il mistero della morte nella fede: Gesù Cristo, «il primo nato tra coloro che sono morti» (Col 1,18), risuscitato dal Padre in risposta al suo modo di vivere l’amore fino all’estremo, trascina i morti nel fiume di vita della comunione dei santi.