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Editoriali

XXXIII Domenica del tempo Ordinario anno C. Il cristiano e la storia: fuga o presenza?

Questo scenario drammatico permette a Gesù di rivelare l'altro verso della storia: "dare testimonianza". "Testimonianza" traduce la parola "martirio": il discepolo autentico del Signore non lo si vede nella celebrazione liturgica e la sua fede non la si può misurare neanche nell'ora del servizio ai poveri. Il cristiano vero è colui che dona la vita come il suo Signore e a causa del suo nome; è il seguace di Cristo che paga con il sangue la fedeltà alla sua sequela.

XXXII Domenica del tempo Ordinario anno C. Il Dio della vita

La vita che Dio ci prepara non è un semplice abbellimento o aggiustamento della vita che conosciamo. E neppure l'eliminazione delle storture più evidenti. Il nuovo supera la nostra immaginazione perché Dio ci stupisce continuamente con il suo amore. Quello che accade è esattamente il contrario di quello che si aspettavano i sadducei. Non è questa vita a fare da riferimento all'eternità, ma l'eternità a trasfigurare e a offrire una rotta diversa alla nostra esistenza.

Commemorazione dei Fedeli Defunti. «Colui che viene a me, non lo respingerò, non lo perderò»

Dopo aver contemplato nella festa della comunione dei santi la Gerusalemme celeste, la sposa dell’Agnello tutta bella perché resa santa dal Signore (cf. Ap 21,2), oggi siamo invitati dalla chiesa a fare memoria dei morti. Festa di tutti i santi e memoria dei morti sono un’unica grande festa in cui si celebra il mistero della vita eterna in Dio e il mistero della morte nella fede: Gesù Cristo, «il primo nato tra coloro che sono morti» (Col 1,18), risuscitato dal Padre in risposta al suo modo di vivere l’amore fino all’estremo, trascina i morti nel fiume di vita della comunione dei santi.

XXX Domenica del tempo Ordinario anno C. Resi giusti dall'amore

La ragione che spinge Gesù a raccontare questa parabola è descritta all'inizio del brano: "Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri" (v. 9). Al fondo c'è una errata valutazione di sé dinnanzi a Dio, tanto da mettere in questione la propria salvezza.

XXIX Domenica del tempo Ordinario anno C. Lotta, cioè contemplazione

Non è possibile pregare senza fede. Quante volte ci viene da chiedere: come mai Dio non ascolta la nostra preghiera e non fa regnare finalmente la giustizia nel mondo? Ma noi abbiamo veramente fede?La fede di cui parla Gesù, secondo Luca, indica la certezza che Dio c'è e agisce nella storia.

XXVIII Domenica del tempo Ordinario anno C. I guariti e il salvato

Nell'unico che è tornato, importante non è tanto l'atto del ringraziamento, quasi che Dio fosse in ricerca del nostro grazie, bisognoso di contraccambio. Il lebbroso è salvo non perché paga il pedaggio della gratitudine, ma perché entra in comunione. Con il proprio corpo, con i propri sentimenti, con il Signore.

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