Gesù va fino in fondo: ha visto la fede dei barellieri del paralitico, e quella fiducia gli basta, oltre che a trasmettere il perdono di Dio a quel povero infermo, anche a restituirgli la salute fisica. Così la guarigione del corpo diventa il segno e la prova del potere del Figlio dell’uomo di rimettere i peccati sulla terra.
Il Signore si commuove davanti al nostro male, perché è Dio e non uomo (cfr. Os 11,9), proprio come freme di commozione una mamma che non può “non commuoversi per il frutto delle sue viscere” (Is 49,15).
Il vangelo non è una proposta eccezionale per persone eccezionali, e la Chiesa non potrà mai diventare una setta di eletti o una ristretta èlite di perfetti, ma sarà sempre una comunità di salvati, di peccatori convertiti e perdonati, in fedele, instancabile cammino sui passi dell’unico Maestro e Signore.
Quando Gesù cominciò ad annunciare l’evangelo, i discepoli e la gente ebbero di colpo l’impressione di trovarsi di fronte a un uomo, il quale non aveva nessun maestro al di sopra di sé, e non solo parlava "di" Dio, ma osava parlare "da" Dio
“Che cercate?”: sono le prime parole di Gesù nel quarto vangelo, ed esprimono la domanda cruciale, assolutamente inevitabile per chiunque si metta al suo seguito. Perché c’è seguire e seguire, c’è ricerca e ricerca.
Come per i Magi, cercare Dio vuol dire camminare, fissando gli abissi del cielo e sondando i crepacci del cuore: occorre guardare in alto, guardare dentro, guardare oltre...
In questo primo giorno dell'anno, festa di Maria Madre di Dio e Giornata Mondiale della pace, vogliamo tentare di cogliere l'altro verso del Natale, o - se si vuole - l'altro versante dello "scambio", quello che riguarda noi, così come lo esprime il canto della liturgia
L'evento del Natale ci riguarda e si fa parola per noi: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito". A questa parola di un amore inaudito, al limite dello scandalo, si può rispondere solo con la fede.
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne.