XXVII Domenica del tempo Ordinario anno C. Il gelso e la senapa
Ai suoi discepoli Gesù chiede una fede disinteressata proprio perché movimento di abbandono generato dall'amore di Dio, riconosciuto e accolto, a cui si tenta di dare una risposta.
Ai suoi discepoli Gesù chiede una fede disinteressata proprio perché movimento di abbandono generato dall'amore di Dio, riconosciuto e accolto, a cui si tenta di dare una risposta.
L'inferno del ricco era il vivere solo del suo Io che aveva preso il posto di Dio e lo aveva separato da tutti gli innumerevoli Lazzari della terra. E l'eternità non farà che ratificare e rendere infinita questa separazione. Non è appunto questo l'inferno, una somma infinita di infinite solitudini?
L’invito di Gesù ai suoi discepoli è a procurarsi amici con la stessa determinazione che hanno i figli di questo mondo, ma anche facendo un uso diverso della ricchezza: si tratta di condividerla con i poveri che, essendo i primi cui è promesso il regno (cf. Lc 6,20), potranno accoglierli nelle dimore eterne, cioè dove c’è la vita in Dio per sempre.
Proposta per l'Anno Pastorale 2013-2014, "Anno della speranza". Relazione dell'Arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Francesco Cacucci all'Assemblea Diocesana. Bari, Aula Magna Scuola Allievi della Guardia di Finanza, mercoledì 18 settembre 2013.
La via del ritorno verso casa è la via delle sorprese. A Dio non importa il motivo per cui torniamo a lui, a lui basta il rimettersi in viaggio, egli attende senza tregua, ti "vede quando ancora sei lontano", ti corre incontro, ti si getta al collo, non ti lascia parlare.
L'amore radicale per il Regno, la croce da "portare", la rinuncia agli averi: ecco tre lineamenti fondamentali del discepolo di Cristo. Parole difficili, scoraggianti? No, se l'accento viene posto sul verbo principale: diventare discepoli
Quanto è difficile oggi alla mensa dei ricchi del mondo trovare seduti i poveri della terra! Tutt'al più ci si limita a un pranzo di beneficenza che fa onore a chi lo organizza e tranquillizza le coscienze!
La porta è stretta, ricorda Gesù, e richiede uno sforzo per essere attraversata. Stretta non per il gusto di imporre fatica, non per ridurre il numero dei salvati, ma perché indica con chiarezza che Cristo solo è "il punto di passaggio tra i valori di questo mondo e quelli del mondo venturo
Gesù non parla affatto un linguaggio politically correct: non è venuto a portare la pace, ma la divisione (la "spada", dice Mt 10,34). Di fronte a lui nessuno può rimanere indifferente o neutrale. Bisogna scegliere: o con lui o contro di lui.
Come quella di Maria, la nostra vita è un pellegrinaggio: incerto e faticoso e anche non poco penoso e sofferto, "in questa valle di lacrime", ma è un cammino aperto e costantemente accompagnato da Cristo, misterioso viandante che cammina con noi "tutti i giorni fino alla fine del mondo"