
«La beatificazione sia per la nostra Chiesa di Bari-Bitonto un fuoco capace di illuminare e purificare»
In questa veglia, che prepara il cuore alla beatificazione del nostro Venerabile don Carmine De Palma, siamo raggiunti da un gesto che contiene tutto il Vangelo: la lavanda dei piedi.
È il gesto dell’Amore che non resta in alto, ma scende e si piega; che non domina, ma serve; che non impone, ma custodisce.
È il gesto di un Dio che si avvicina fino a toccare la nostra povertà e a trasformarla in possibilità di vita nuova.
«Li amò sino alla fine»: così Giovanni riassume la consegna di Gesù. E in queste parole si riflette la vita di don Carmine. Una vita intessuta di fedeltà, percorsa con passo discreto, abitata dal desiderio che non fosse lui a emergere, ma Cristo. Come Abramo, ha creduto contro ogni evidenza; come Paolo, ha conosciuto la forza di una speranza che non delude, perché affonda le radici nell’amore dello Spirito.
La sorgente di tutto, nella vita di don Carmine, è stata la cura del cuore. Una cura silenziosa, quotidiana, ostinata.
Egli ha custodito la sua interiorità come luogo dell’incontro con il Signore: lì si lasciava raggiungere, correggere, consolare. Da quella profondità è scaturita la sua capacità di accompagnare le persone, una cura che senza alcun giudizio rialzava chi era caduto sotto il peso del peccato; una cura capace di sostenere e fasciare le ferite della vita.
Il suo ministero di confessore nasce da qui: da un cuore visitato dalla misericordia e quindi capace della stessa mitezza del Maestro. Come Lui, ha accolto, ascoltato, portato sulle spalle il peccato dell’altro, consegnandolo alla tenerezza del Padre.
L’Anno Santo che stiamo vivendo è tempo per rientrare nelle “cose del Padre”, per oltrepassare i confini dei nostri piccoli calcoli, per ritrovare la comunione con Colui che da sempre ci precede. È tempo per lasciarsi condurre dentro il mistero dell’amore di Dio.
La vita spirituale di don Carmine era proprio questo: un pellegrinaggio interiore, un continuo affidarsi che gli permetteva di stare accanto agli altri senza perdersi, di ascoltare senza giudicare, di aspettare senza stancarsi.
Il suo cuore, ancorato a Cristo, ci regala oggi un respiro di vita nuova, un fermento di fraternità, una luce per ritornare a gustare la vita.
Le sue parole, ancora oggi, aprono spazi e liberano: “Meglio abbandonare i nostri desideri malati e affidare tutto alla bontà e alla sapienza di Dio.” Sono parole che invitano a tornare all’essenziale, a lasciare che la grazia ricrei ciò che noi non sappiamo più tenere insieme.
La santità che contempliamo in lui non è lontana: è cammino quotidiano, fatto di piccoli affidamenti, di scelte interiori che diventano cura verso gli altri. Scegliamo come lui la mitezza, la misericordia, la giustizia evangelica per non piegarci alle scorciatoie del mondo.
Questa veglia, fratelli e sorelle, non sia solo memoria, ma diventi per ciascuno pro-vocazione, chiamata. Disponibilità a lasciarsi toccare, a rinnovare il nostro sì, a riprendere il viaggio della fede con cuore docile.
Sia invito a far sì che la speranza torni a respirare in noi, per divenire consolazione per chi è ferito, sguardo di bene per chi è smarrito.
La beatificazione che vivremo domani sia per la nostra Chiesa di Bari-Bitonto un fuoco capace di illuminare e purificare, squarcio di luce, un seme che apre strade nuove, un ritorno a casa per quanti vivono nel buio della sfiducia.
Affidiamoci a Maria, Madre e Regina dei Santi, e alla paterna intercessione di don Carmine. Lo Spirito Santo apra in noi un varco, renda docile il nostro cuore e ci conduca con dolcezza sulla via della vita piena.
Amen.
✠ Giuseppe Satriano
Arcivescovo di Bari-Bitonto
