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«Si alzi il grido: “Mai più la guerra”!»

Omelia di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto per la Commemorazione dei Caduti per la Patria. Bari, Sacrario Caduti d'Oltremare, sabato 4 novembre 2023

La ricorrenza del 4 novembre, che oggi celebriamo, scandisce un momento cruciale e significativo della nostra storia di patria.

Un percorso lungo, segnato dall’eroismo di tanti e da un sincero impegno per la libertà, costato sofferenza, dolore e lutti nella ricerca di un futuro migliore.

Il nostro essere qui vuole rendere onore al sacrificio di questi fratelli. La loro morte s’impone alle coscienze di tutti come realtà sacra per la nostra avventura di donne e di uomini, creati a immagine del Dio vivente. Essi hanno segnato con la loro vita la carne della nostra vita.

C’è un’intima certezza che palpita nei nostri cuori come in quello di Giobbe che abbiamo ascoltato nella prima lettura:

«Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio».                                             (Gb 19,25-26)

È il grido sommesso che la nostra preghiera rivolge con fiducia al Signore.

Il ricordo dei nostri cari scomparsi ci conduce inevitabilmente «incontro alla morte» e al suo potente valore simbolico, capace di intercettare le paure più nascoste e radicate in noi.

La morte rimane, anche per i credenti, un evento oscuro e tragico in virtù della sofferenza che la prepara e l’accompagna.

Il Signore Gesù non ha eliminato né la morte né la sofferenza dall’esperienza umana, ma ci ha consegnato una luce di speranza che squarcia nei cuori le tenebre del dolore:

«Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno».    (Gv 6,39)

È bello e profondamente provocatorio quanto ascoltato: “che nessuno si perda”!

Che nessuno si perda nella disperazione, nella solitudine. Niente e nessuno può essere perduto perché in ciascuno risplende il volto di Dio creatore.

Siamo stati creati per la pienezza del vivere e ogni uomo è fratello, è sorella in questo cammino.

Stiamo vivendo tempi drammatici, gli animi si infiammano e polarizzano in questo delirio che è la guerra, dove a guadagnarci non sono i poveri ma i ricchi, dove non è la giustizia a trionfare ma il dolore e la morte, dove la verità soccombe a favore della menzogna e si tornano a uccidere gli innocenti.

Ricordiamolo, l’unico combattimento da legittimare è quello contro il male che ci isola, individualizza i nostri vissuti, allontanandoci da una logica di condivisione e solidarietà.

La fedeltà e il sacrificio di questi nostri caduti non rimangano inascoltati. Si alzi il grido: “Mai più la guerra”! e si determini nei nostri cuori l’impegno a una cittadinanza responsabile e consapevole, capace di preparare il futuro e la pace per tutti i popoli.

“Nessuno vada perduto”: è questo il sogno di Dio.

L’eucaristia che celebriamo non è atto commemorativo, ma esperienza vitale in cui ci è donato il Sangue di Cristo e ci viene offerto il suo Corpo, per edificare una nuova umanità che sappia rispettare come sacra la vita di tutti.

Questa eucaristia è atto d’amore profondamente rivoluzionario, che ribalta la logica dell’egoismo e ci invita a “trasformare le nostre lance in falci” (Isaia), passando da un’esistenza spesso ostile, all’esercizio di una vita ospitale.

         I nostri caduti, che raccomandiamo alla misericordia di Dio, intercedano per noi e ci guidino alla sapienza del vivere in un mondo libero dall’odio e dalla guerra.

E così sia!

Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto

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