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Canterò per sempre l’amore del Signore

Omelia di S.E. Mons. Giuseppe Satriano nella Celebrazione della Messa Crismale. Cattedrale di Bari, giovedì 6 aprile 2023

Il versetto del salmo responsoriale ha fatto eco alla prima lettura, offrendoci la sublime nota con cui interpretare l’odierna liturgia: la misericordia di Dio.

È bello e dona gioia al cuore, ritrovarsi come unica famiglia, qui intorno all’altare del Signore, nel profondo desiderio di essere un cuor solo e un’anima sola.

Oggi, il nostro convenire diviene in maniera tutta particolare epifania della Chiesa, che si manifesta come unico popolo sacerdotale, popolo consacrato dal Signore, chiamato a generare, mediante l’annunzio del Vangelo, quella vita nuova, piena e ricca di senso, segno della misericordia di Dio per gli uomini.

Siamo popolo sacerdotale e oggi è la nostra festa. Festa del cuore, che gioisce e ringrazia, per la comune vocazione a cui siamo chiamati nei nostri differenti stati di vita.

Tutti rappresentiamo, in maniera viva, il sacerdozio di Cristo che risplende in quello donatoci nel sacramento del battesimo e che ha trovato dilatazione e profondità nel matrimonio, nella vita consacrata e nel sacramento dell’ordine, che oggi festeggiamo in maniera tutta particolare.

 

IMG_5591 (Copia di NXPowerLite).jpgCanterò per sempre l’amore del Signore

Il Vangelo proclamato ci conduce nella sinagoga di Nazareth e Luca, da narratore capace, pone l’ascoltatore dinanzi alla scena inaugurale del ministero pubblico di Gesù: l’intensa lettura del rotolo di Isaia, nell’assemblea orante dei suoi concittadini.

Tale momento è sigillato dalle prime parole proferite in pubblico da Gesù: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. L'antica profezia si fa storia.

Gesù incarna quanto profetizzato da Isaia: “Lo Spirito del Signore mi ha mandato ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi”.

È l’annuncio di un evento in cui si rivela la misericordia di Dio per l’uomo. È forte la provocazione che viene dal Vangelo dove si rende chiara l’opera di affrancamento e di liberazione operata dall’incontro con Cristo. È in Lui, uomo nuovo, che trova senso e significato la capacità di ridare dignità alla vita.

La verità che ci rende liberi è scritta nel cuore di ciascuno e non può essere mortificata a lungo. Gesù, nella sinagoga, lo attesta con forza e, in quell’ “OGGI” proclamato con vigore, ci invita a rialzarci e a riprendere con fiducia il cammino verso il cuore della vita, della nostra umanità, rendendoci disponibili all’azione misericordiosa di Dio.

Anche su di noi, OGGI, è scesa l’unzione dello Spirito così come abbiamo proclamato nell’orazione colletta: “… concedi a noi, partecipi della sua consacrazione, di essere testimoni nel mondo della sua opera di salvezza”.

In tal senso è bella la testimonianza che viene dai nostri fratelli del carcere minorile “Fornelli” di Bari, che oggi ci donano il pane da consacrare nella celebrazione; lo hanno chiamato il pane del perdono. Un segno povero ma eloquente di un cammino di misericordia che vanno compiendo, aiutati da don Evan e da tanti volontari che lo affiancano.

 

Canterò per sempre l’amore del Signore

Quell’unzione che abbiamo vissuto nel giorno del nostro battesimo e confermato nella cresima, ci rende partecipi della stessa consacrazione del Cristo e ci abilita a essere suoi testimoni nel mondo, testimoni di una vita nuova.

Permeati dalla forza generativa del suo Amore e, nutriti dalla Parola e dall’Eucaristia, possiamo, con ritrovato coraggio, tracciare percorsi ricchi di misericordia, capaci di donare libertà vera alla vita, troppo spesso impigliata nelle reti delle avversità, delle contraddizioni e del peccato.

Gli oli, che fra poco benediremo, sono il balsamo della misericordia con cui Dio opera per la liberazione dell’uomo.

Essi attualizzano quanto ascoltato:

L’olio dei catecumeni dona forza al cuore a chi si prepara a vivere l’avventura della fede, e lo aiuta ad affrontare con combattiva tenerezza il peccato: male pervasivo che avvelena la vita e rende disumano il mondo.

L’olio degli infermi, per chi nel dolore ha bisogno di sottrarsi al non senso della sofferenza e alla disperazione. Esso consegna il credente alla certezza che Dio che sposa la nostra vita, la nostra carne, mediante il dono di sé, sostenendoci nella fatica del vivere.

Infine l’olio del crisma, dono di grazia per chi è innamorato di Dio e a Lui si affida. È l’olio della consacrazione battesimale, sacerdotale ed episcopale. Esso apre gli orizzonti del cuore a una vita intrisa di bellezza e tenerezza, segnata da un’appartenenza sponsale per la quale la vita diviene dono senza riserve.

Il crisma profuma dell’amore di Cristo che, sulla croce, ha sigillato il suo amore per noi, frantumando la morte e riversando il suo Spirito sull’umanità tutta.

Resi liberi dalla prigionia e dall’oppressione dell’egoismo, siamo stati consacrati annunciatori di misericordia. Rivestiti della dignità sacerdotale, regale e profetica, possiamo cantare con la vita il nostro amore per lui e in lui amare ogni realtà creata.

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Sorelle e fratelli carissimi,

oggi, come a Nazareth, il Signore irrompe per liberarci dal basso profilo a cui la mediocrità abitua.

Egli non viene a togliere i pesi della vita, ma scioglie le nostre catene; non azzera le difficoltà e gli ostacoli, ma suscita stupore e inebria di fiducia i cuori; non viene a chiedermi l’impossibile, ma mi incoraggia a dischiudere ogni giorno il mio mondo al suo amore per sperimentare la bellezza del vivere.

 

Canterò per sempre l’amore del Signore

E ora mi rivolgo a voi, cari fratelli nel sacerdozio.

Nel rinnovare gratitudine e stima per l’impegno che ponete a servizio di questa Chiesa, sento la gioia di dirvi l’affetto che provo per ciascuno di voi.

La parola ascoltata risuona per noi con particolare trasporto.

Tra poco gli occhi di tutta l’assemblea saranno su di noi, mentre confermeremo nel triplice “Sì, lo voglio”, la nostra piena adesione a un ministero che desideriamo vivere con slancio e donazione.

Essere dispensatori dei misteri di Dio, essere guide e pastori del popolo di Dio, non ci induca nella tentazione di sentirci depositari di un autoritarismo giudicante, lesivo dell’intima dignità di quanti incontriamo, ma ci ponga accanto alle ferite di tutti con compassione, con occhi limpidi, con cuore libero e accogliente.

Quel “Sì! Lo voglio”, che stiamo per proferire, sia anelito profondo e sincero a viversi la sfida di una fedeltà sponsale al popolo affidatoci.

Certamente viviamo tempi non semplici. Anche per noi la vita riserva fatiche e dolori, solitudine e incomprensioni, debolezza e incostanza.     

Desidero confermare la mia vicinanza a ciascuno e, con cuore di fratello e di padre, vi invito a non demordere nel cantare l’amore del Signore con l’autenticità del nostro vivere, profumato di coerenza e sacrificio.

E voi, cari fratelli e sorelle, non lasciateci soli nel nostro cammino di ministri. Abbiamo bisogno della vostra preghiera per progredire nella via della Santità e divenire, come affermava Mons. Magrassi: “Non copie sbiadite, ma riproduzioni inedite” del Cristo buon pastore.

Tutti affido all’intercessione della Vergine Odegitria.

A lei consegno la mia preghiera per questa amata Chiesa di Bari-Bitonto, per le nostre comunità e per ogni famiglia. Accogliamo il suo invito a metterci in ascolto del Figlio e con lei, madre di misericordia, torniamo a cantare l’amore del Signore per ciascuno e per tutti.

Buon cammino verso la Pasqua.

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