
«Per intercessione del Beato chiediamo una Chiesa più umile e più forte»
Eminenza Reverendissima,
carissimi Arcivescovi e Vescovi qui presenti,
gentilissimi rappresentanti delle Chiese Orientali,
distinte Autorità civili e militari,
fratelli e sorelle della vita benedettina e religiosa tutta,
amato popolo di Dio della Chiesa di Bari-Bitonto,
al termine di questa stupenda celebrazione, in cui la grazia ha toccato la nostra terra e il nostro cuore, avverto intenso il bisogno di formulare un personale e sincero ringraziamento. Lo faccio con emozione, con stupore, e con quella lieta umiltà che oggi il nuovo Beato, Carmine De Palma, ci consegna come stile e come eredità.
Grazie, Eminenza, per la Sua paterna presenza e per il ministero attento che il Dicastero delle Cause dei Santi svolge con meticolosità e sapienza nel discernimento, mediante il quale oggi dona alla Chiesa un nuovo Beato. Il cammino che ci ha condotti a questo giorno è stato lungo, rigoroso, paziente; e noi ne abbiamo percepito, passo dopo passo, la cura e l’amore per la verità della santità.
Esprimo viva gratitudine innanzitutto al mio amato predecessore, S.E. Mons. Francesco Cacucci, che ha saputo intuire e promuovere questo itinerario di santità. Al dott. Romano Gambalunga, postulatore, per l’impegno profuso nell’accompagnare i vari momenti del processo che ci ha portato a questo giorno di grazia. A tutti coloro che, nel nostro Ufficio diocesano per le Cause dei Santi, si sono susseguiti nel lavoro quotidiano, spesso nascosto ma decisivo; e, facendomi eco di quanto sottolineato dal Sig. Cardinale, anch’io esprimo un pensiero speciale, che nasce dal cuore, per don Alberto D’Urso, (oggi ricordiamo il suo onomastico, come ha già anticipato il Cardinale) il cui zelo contagioso ha accompagnato per lunghi anni la conoscenza, la divulgazione e la custodia della figura del nostro nuovo Beato. Un ricordo anche verso colui che curò la preparazione della positio, l’indimenticabile prof. Giuseppe Micunco. Entrambi oggi gioiscono dal cielo.
Un grazie commosso va alla famiglia benedettina tutta e in particolare alle monache benedettine di santa Scolastica, custodi silenziose e premurose dell’eredità spirituale di don Carmine e protagoniste, con la loro fede semplice e tenace, del miracolo che ne ha confermato la santità. La vostra presenza è per la nostra Chiesa un seme che continua a generare vita, anche quando sembra piccolo agli occhi del mondo.
E a tutti voi, fratelli e sorelle, la riconoscenza di questa nostra Comunità diocesana: perché la festa di un beato non è mai di pochi, ma della Chiesa tutta. È la festa di un popolo che riconosce nella santità la propria vocazione più autentica. Grazie di cuore a tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita di queste intense giornate vissute all’ombra del Beato Carmine De Palma
Oggi il Signore ci ha benevolmente provocati. Nella parola del Cardinale si è accesa ancora una volta la certezza che la santità fiorisce nel cuore di chi si lascia plasmare dalla misericordia.
Così ha vissuto don Carmine: uomo delle coscienze, pastore che non parlava a qualcuno, ma con qualcuno; ministro che non si limitava ad ascoltare peccati, ma aiutava a discernere la volontà di Dio; uomo di fedeltà discreta e di carità concreta, capace di trasformare la verità in prossimità, la dottrina in incoraggiamento, la confessione in rinascita.
Questo giorno di grazia non è un traguardo, ma una soglia aperta. Il Beato Carmine ci invita a recuperare l’essenziale: il Vangelo come misura e l’amore come stile. Ci ricorda che la santità non è per pochi, né è appesa alle nuvole: è possibile nelle nostre comunità, nel nostro presbiterio – chiamato a vivere quella fraternità sacramentale che supera antipatie e incomprensioni –nelle famiglie provate, nei giovani che cercano qualcuno che li incontri davvero.
La sua eredità illumina il nostro cammino e si intreccia con quella della Beata Elia di San Clemente e dei Servi di Dio Giovanni Modugno e Bina Morfini: una comunione di volti che conferma che la santità è spesso accanto alla porta di casa, nel quotidiano che si lascia toccare dalla carità.
Per intercessione del Beato chiediamo una Chiesa più umile e più forte: una Chiesa che, come lui, sappia inginocchiarsi davanti alle ferite degli uomini e rialzarsi portando in sé il fuoco della misericordia; una Chiesa capace di custodire la fraternità ed educare a quella comunione autentica che oggi, dispersa tra mille connessioni, ha urgente bisogno di essere riscoperta.
Beato Carmine De Palma, pastore buono e innamorato del Signore, veglia sulla Chiesa di Bari-Bitonto, intercedi per noi:
dona ai pastori la perseveranza di vivere a servizio del popolo loro affidato; a ciascuno lo stupore di sentirsi amato e perdonato; rendi le nostre comunità luoghi vivi di riconciliazione e di comunione fraterna.
Apri i nostri cuori all’azione dello Spirito e accendi in noi il fuoco buono che nasce quando la verità diventa carità.
Guidaci a una vita semplice e limpida, centrata in Cristo, unico nostro tesoro.
Amen, Alleluja
✠ Giuseppe Satriano
Arcivescovo di Bari-Bitonto
