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Celebrare la Virgo Fidelis è celebrare la fedeltà

Omelia di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto per la festa della "Virgo Fidelis", patrona dell'Arma dei carabinieri. Cattedrale di Bari, martedì 21 novembre 2023

Celebrare la Virgo Fidelis è motivo di riflessione su una virtù che caratterizza da sempre l’Arma dei carabinieri: la fedeltà.

Viviamo tempi segnati da poca fedeltà, spesso vista più come un costrutto culturale che come un’esigenza del cuore umano. Quante infedeltà ci ritroviamo a vivere a causa di una cultura che ci sottrae alla relazione positiva e ci consegna al vuoto di noi stessi.

Essere fedeli, infatti, è un’esigenza per costruire la persona, un’esigenza identitaria che non possiamo sbrigativamente porre nell’armadio delle cose vecchie.

Potremmo dire che la fedeltà, come elemento che definisce l’io di ciascuno, è un’esperienza dinamica da sviluppare, un compito più che una meta.

Essa è sottoposta a un continuo processo di trasformazione perché, continuamente, dev’essere riadattata alla soggettività di ciascuno.

Più che una proposta a cui conformarsi a prezzo di sacrificio, essa diviene modalità necessaria per la realizzazione di sé e, da obbligo a cui soggiacere, diventa compito di esplorazione progressiva, proprio perché incontra la vita degli altri e da questo trova la forza per determinarsi.

Quella della fedeltà, oggi, non è questione morale bensì antropologica, poiché è cambiata la percezione che abbiamo di noi stessi. Essere fedeli, per molti, assomiglia a un suicidio quotidiano, una mortificazione inutile di noi stessi mentre il mondo ci sollecita a una versatilità dei contatti o all’accumulo di opportunità sempre nuove. C’è una diversa visione della persona pensata all’interno di un contesto sociale.

Significativa è l’esperienza biblica che ci viene presentata; essa è un fondamento solido per custodire la speranza e irrobustire il desiderio della vita nuova.

Ricordando il momento in cui la giovane Maria di Nazaret fece a Dio l’offerta di se stessa, si vuole sottolineare come la disponibilità, che questa figlia ha offerto a Dio, sia stata preparata dall’attesa messianica presente nella fede di Israele.

La frequentazione del tempio e delle liturgie celebrate in sinagoga ha senz’altro preparato la Vergine a diventare la dimora del Verbo di Dio, come già i profeti annunciavano nei tempi antichi:

«Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14).

Il testo di Zaccaria che viene proposto dalla liturgia lascia intuire come il cuore di Maria si sia dovuto preparare attraverso una gioia sincera e umile, prima di poter varcare la soglia di una volontà divina unica e inconcepibile per qualsiasi essere umano.

In questa prospettiva, la presentazione al tempio di Maria non è affatto la celebrazione di un privilegio, ma di un atto di amore con cui i tesori della grazia di Dio vengono dischiusi e resi accessibili a ogni uomo e a ogni donna.

La fedeltà di Maria al Signore cresce nell’esperienza quotidiana dell’ascolto della Parola e nell’intento, coltivato e amato, di aderire alla volontà di Dio con lealtà, dedizione, costanza, assiduità e tenacia: atteggiamenti che fanno di Maria la Virgo Fidelis che oggi festeggiate come vostra patrona.

È in questo esodo continuo da se stessi, operato nell’ascolto e nell’adesione alla volontà di Dio, che la fedeltà si costruisce e si determina nella nostra vita di credenti, come dono di noi stessi agli altri.

È bello che oggi voi siate qui, non solo per ricordare la Beata Vergine Maria, vostra patrona, ma per rinnovare l’adesione al progetto di Dio di ciascuno che, nell’esercizio del vostro lavoro, vi chiama a un servizio di amore verso la patria, la nostra casa comune, e le persone a voi affidate.

È questa la fedeltà a cui siete chiamati: dedizione, lealtà, costanza e assiduità a servizio delle fatiche di un popolo. Quanti nostri fratelli hanno dato la vita risplendendo con questo stile di luce. Uno per tutti: Salvo d’Acquisto.

L’amore per la persona, e la comunità di cui è parte, è l’interesse a cui avete legato il vostro impegno, la vostra vita, sempre. Il vostro non è un lavoro, ma una vocazione, una missione.

Quanto operate con tanto sacrificio e impegno non può prescindere da uno sguardo profondo che vi porti a lavorare insieme con passione, tenacia e umanità.

Voi siete amati ovunque, segno di una trasparenza del vostro agire che tocca i cuori e li apre alla fiducia.

Sì! La vostra fedeltà suscita fiducia e conduce i cuori di tutti ad ammirazione e a comportamenti civili che edificano il tessuto sociale.

Sentirsi protetti, custoditi, ci aiuta e ci fa camminare con speranza, costruendo nuovi slanci, scelte sempre più ricche di umanità.

Prego per voi e anch’io mi unisco alla gratitudine profonda per il vostro servizio infaticabile su tanti scenari, anche di guerra, dove i piccoli gesti del vostro dovere quotidiano diventano espressione di una prossimità alta e qualificata.

Con voi mi faccio interprete della preghiera di suffragio per quanti hanno perso la vita nell’esercizio del proprio dovere e quanti vi hanno lasciato a causa di incidenti e malattie. Mentre presento, all’intercessione della Virgo Fidelis, gli orfani e le vedove.

Amare il prossimo, e di lui averne cura, è volontà di Dio. La vostra fedeltà sia auspicio di un mondo più ricco di umanità.

Che Dio vi benedica e con voi benedica le vostre famiglie.

Amen.

Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto

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