Arcivescovo

S.E. Giuseppe

Satriano

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Solo tu o Signore hai parole di vita

Omelia di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto nelle esequie dei giovani deceduti nell'incidente sulla strada Bitonto- Modugno. Venerdì 28 aprile 2023, Basilica Ss. Medici, Bitonto

Dies Natalis

di

Tommaso, Floriana, Alessandro e Lucrezia.

 

 

Siamo distrutti e affranti, è come se fossimo morti noi in quel tremendo incidente.

Tanti sono i legami che ci portano qui per rendere l’ultimo saluto terreno, l’omaggio del nostro affetto e della nostra preghiera a Tommaso, Floriana, Alessandro e Lucrezia.

Il sogno d’amore di due giovani fidanzati e i desideri di vita di ciascuno di loro si sono infranti in quella drammatica notte, annullando sogni ricchi di speranza. Altri due nostri figli stanno combattendo la battaglia della vita e con la preghiera li accompagniamo.

Quanto accaduto ci travolge, ci abbatte, ci interpella e ci invita a un silenzio orante, scevro da parole inutili, in cui ascoltare il dolore e accogliere l’inquietudine che da esso nasce, rimanendo accanto a chi soffre, con rispetto e discrezione.

Ora siamo qui, come mendicanti di luce, consapevoli che le nostre povere parole si arenano dinanzi alla immane sofferenza che ci attanaglia.

Solo tu o Signore hai parole di vita e puoi alleggerire il peso di questo momento. Solo tu, che hai vinto la morte, puoi sostenere il nostro cammino consegnandoci un orizzonte di luce che rischiari questo momento di angoscia e ci liberi dal morso della solitudine in cui siamo immersi.

La prima lettura ci consegna le parole ricche di tenerezza e forza profetica pronunciate dal profeta Isaia:

In quel giorno:

“il Signore degli eserciti preparerà su questo monte

un banchetto per tutti i popoli …

… Eliminerà la morte per sempre;

il Signore Dio asciugherà le lacrime

su ogni volto”.

Il Signore si pone a garanzia della vita, sconfiggendo la morte. Quel monte è il momento culminante della storia, è la Gerusalemme celeste, spazio di ritrovata convivialità.

Egli prepara un banchetto in cui tutti possano ritrovarsi nella gioia e, ancora più bella è l’immagine di lui, Dio, che passa ad asciugare le lacrime su ogni volto per trasformarle in perle di luce. Quelle lacrime che, segno del lacerante dolore provocato dalla morte dei nostri affetti più cari, possono diventare al suo tocco frammenti di luce e gocce di speranza.

Quella di Dio è una carezza infinita, impercettibile per la delicata tenerezza con cui egli accompagna il nostro dolore, Lui che ben conosce il soffrire, Lui che per sconfiggere la morte ci ha donato la sua vita.

Quella di Isaia è la profezia di quanto avviene nel racconto della vedova di Nain, presentatoci dal Vangelo. Una scena di dolore come la nostra, nella quale ritroviamo il funerale di un figlio unico, giovane, di madre vedova.

“Non piangere”, Gesù si prende innanzitutto cura delle lacrime della madre, con profonda compassione, e poi con parola ferma proclama: “Giovinetto, dico a te, alzati!”.

È in Cristo la forza della vita, e la morte diviene il sonno da cui Lui ci risveglia. Essa non è definitiva e non è l’ultima parola su i nostri legami, sulla vita di ciascuno.

Cari Tommaso, Floriana, Alessandro e Lucrezia,

avremmo desiderato tutti, ad uno ad uno, potervi cedere un pezzetto della nostra vita se fosse stato utile a prolungare ancora di qualche istante la vostra presenza tra noi.

Il fiore della vostra giovane età porta in sé una promessa di futuro che oggi ci sembra tragicamente tradita.

Ma vi faremmo un torto ancora più grande, oggi, nel considerare le vostre storie incomplete, quasi che il loro valore si potesse misurare unicamente dal numero dei giorni vissuti.

Non possiamo aggiungervi neppure un secondo.

Pezzi unici nella galleria della vita, ci accostiamo a ciascuno di voi per ammirarvi come opere d’arte non replicabili, e il dolore per la vostra assenza ci racconta quanto sia stato bello avervi tra noi.

Mentre ci sembra di non avere più niente da potervi offrire, siamo qui a chiedere il vostro aiuto, la vostra intercessione dal cielo.

Il fare memoria di voi non si fermi allo sterile rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere, ma sia spazio fecondo per rielaborare la vita e i giorni che ancora verranno, per tutti noi.

Vi immaginiamo nella festa del paradiso e da lì aiutateci, con la vostra assenza, a scoprire la preziosità di ogni persona e della vita posta nelle nostre mani, mistero unico e irripetibile.

Troppe volte viviamo attorcigliati su noi stessi, con le nostre ali spesso tristemente ripiegate, e incapaci di volare alto sapendo fare della vita un dono.

Il ricordo di voi ci renda attenti a chi ci è vicino, sapendo esercitare quella responsabilità per gli altri di cui questo mondo ha bisogno.

Da ciascuno vi giunga l’abbraccio del cuore e voi mostrate il vostro sorriso al nostro cuore piegato dal dolore.

Anch’io vi abbraccio e chiedo al Buon Dio che questo nostro incontro si trasformi in un cammino comune, perché nel cuore di chi custodisce il vostro ricordo possa germogliare un giardino di vita e di pace.

Arrivederci Tommaso, Floriana, Alessandro e Lucrezia

Il Signore Gesù accolga la vostra anima, riposate in pace.

Giuseppe Satriano

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