
«Il Signore che oggi ti consacra a sé desidera spazio nel tuo cuore, nella tua vita»
Stiamo vivendo un momento di grande respiro ecclesiale. Il diaconato di fra Erasmo è un segno di grazia e di speranza per tutti noi, per l’Ordine dei Predicatori e per la Chiesa intera che, in questo figlio, intravede semi preziosi di futuro.
Caro fra Erasmo, il tuo cammino, segnato da vari eventi e scandito dai tempi della formazione, giunge a questo giorno benedetto donandoti grande consapevolezza e disponibilità di cuore.
Come i Santi del tuo ordine, sei chiamato a vivere in un tempo in cui occorre ri-attestare una vita cristiana che respiri e profumi di Vangelo.
Oggi il Signore ti chiede, mediante la Chiesa, di tornare a mettere in gioco la tua vita, non in uno slancio eroico di donazione ma accettando la sfida di conformarti a Lui, giorno dopo giorno. Ascolteremo tra poco nella consegna dell’Evangelario parole forti e significative:
“Ricevi il Vangelo di Cristo, del quale sei divenuto l’annunziatore, credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”.
Quella del diaconato è la strada a cui il Signore ti chiama per renderti migliore e santificarti, lasciandoti plasmare dalla Parola, proprio quella Parola che si è fatta Carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi: Cristo Gesù.
È bello quanto la Liturgia ci dona stasera, in questi primi vespri dell’Epifania. Una solennità che ci ripropone il Natale di Gesù come rivelazione alle genti.
Dopo l’intimità dell’adorazione dei pastori presso la mangiatoia, la liturgia ci introduce in una esperienza di luce dove tutto viene disvelato a tutti.
Una dilatazione del mistero di Dio che apre e tocca i cuori anche dei più lontani, come quello dei Magi e come quello di tanti uomini e donne che sino ad oggi si sono lasciati “toccare” dal Signore e mettere in cammino, proprio come te Erasmo che oggi giungi a vivere questo incontro meraviglioso con Lui.
Dalla liturgia traggo tre sottolineature che desidero consegnarti:
- Sii sempre uomo e ministro abitato dal desiderio di Dio;
- Rivestiti di Luce e rifuggi la seduzione delle tenebre;
- Impara a ripartire sempre.
- Sii sempre uomo e ministro abitato dal desiderio di Dio
Uomini saggi e conoscitori del cielo, degli astri, i Magi non sono appesantiti dal loro bagaglio culturale, ma si manifestano vulnerabili e disponibili a lasciarsi attraversare dal fremito di vita che una scia di luce suscita nei loro cuori. In loro si riaccende “il sogno di Dio”, quel sogno che tutti portiamo nel cuore, un sogno che parla di vita, di libertà, di gioia vera che appaga.
I Magi si manifestano a noi come uomini impastati di desiderio, non aggrappati alle proprie certezze, i Magi vivono il viaggio come spazio di crescita e di maturazione.
Anche tu come loro lasciati condurre a Dio, sempre, perché solo dall’incontro con Lui troverai senso, forza e grazia per i tuoi giorni.
Questa umanità ha bisogno di cercatori di Dio che non facciano delle proprie certezze un diaframma di incomunicabilità ma nell’accettare il cilicio del dubbio sappiano comunicare il “sogno di Dio”.
- Rivestiti di Luce e rifuggi la seduzione delle tenebre
Nella narrazione di Matteo, Gerusalemme non è ricoperta di luce. Essa è avvolta nelle tenebre.
La stella è scomparsa quasi a indicare quelle disposizioni dei cuori che sono diventati inospitali. Il cammino dei Magi è una sfida a chiederci con quanta libertà interiore siamo disposti a rimetterci in cammino pur di incontrare e adorare il Dio fatto uomo.
Il Signore che oggi ti consacra a sé desidera spazio nel tuo cuore, nella tua vita. Come i Magi lasciati ferire dalla sua luce per capire l’amore folle con cui Egli cerca ogni uomo da sempre.
Come i Magi, tra poco ti prostrerai e lo adorerai, donando tutto te stesso. Consegna a Lui tutto, soprattutto i tuoi sbagli, i peccati, le tue fragilità.
Scoprirai che la tua vita non coincide con essi e nella Sua Luce ritroverai il valore, la dignità, la bellezza di essere figlio e figlio amato.
- Impara a ripartire sempre.
Il testo del Vangelo narra che i Magi, dopo aver incontrato il bambino e Sua Madre, avvertiti dall’angelo per un’altra strada fecero ritorno.
Non ripercorrono sentieri già battuti ma con fiducia vengono invitati ad aprire un nuovo cammino.
Anche per me e per te è l’invito a non accomodarci, a non impigrirci ma a saper rendere sempre nuova la nostra esperienza di Dio.
La solennità dell’Epifania non può essere per il credente una felice conclusione delle feste natalizie, ma l’invito a rimettersi sulla strada.
Carissimo Auguri,
la tua vita semini gioia e fiducia nelle persone che incontrerai e il tuo servizio porti speranza negli afflitti che accosterai.
Ti proteggano la Vergine Maria, San Nicola e San Domenico donandoti una vita bella e buona.
✠ Giuseppe Satriano
Arcivescovo